"I farmacisti non possono vaccinare da soli". Altolà dei medici: dobbiamo esserci noi

Sindacati dei camici bianchi all’attacco: "Bisogna garantire la sicurezza dei pazienti nella fase dell’anamnesi e in caso di reazione allergica"

In molte farmacie è già possibile eseguire tamponi rapidi e test sierologici

In molte farmacie è già possibile eseguire tamponi rapidi e test sierologici

Farmacie e farmacisti in campo per aumentare la possibilità di vaccinarsi contro il Covid? Il Dl sostegni lo prevede, ma i medici di base hanno alzato subito un muro: non si può fare, troppo pericoloso. Eppure, per "accelerare" la campagna vaccinale e "assicurare un servizio rapido e capillare", nel primo decreto sul tema varato dal governo Draghi, c’è non solo il via libera alle farmacie, ma anche la sospensione momentanea delle incompatibilità previste per gli infermieri che lavorano per il Ssn. In due parole: il governo ha deciso di arruolare tutti, ma proprio tutti, i ’soldati’ in grado di fornire il servizio di vaccinazione per il numero più ampio possibile di cittadini, ma i medici di base, avendo le vaccinazioni tra le loro mansioni di base, prendono le distanze. Lo Snami (sindacato dei medici italiani, ndr) "dissente totalmente" con il decreto Sostegni "che di fatto annulla la precedente norma che prevedeva le vaccinazioni in farmacia solo in presenza di un medico".

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"Se lo Stato correttamente sente la necessità di allargare la platea dei vaccinatori – dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami – scorrettamente ha individuato la figura del farmacista e del parafarmacista che non possono garantire la sicurezza nella fase dell’anamnesi e in caso di reazione allergica da inoculazione del vaccino". "La vaccinazione in tutti i suoi momenti – aggiunge Domenico Salvago, vicepresidente nazionale Snami – è un atto medico e non possono essere sdoganate, neanche in momenti di emergenza nazionale, figure non mediche, paventando così l’esercizio di abuso di professione".

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È necessario moltiplicare il numero di chi vaccina, ma secondo i medici, non corrisponderebbe a verità il fatto che ’manca’ chi dovrà vaccinare, ma manca l’organizzazione, ovvero la presenza del medico rianimatore e l’ambulanza per operare continuativamente e in sicurezza. "Come Snami – ha proseguito il presidente – siamo stati i primi a denunciare il tentativo continuo delle regioni di ‘deviare’ le vaccinazioni anti-Covid verso i nostri studi, anche quando non abbiamo un’organizzazione logistica con infermiera e personale di segreteria".

"Su questo aspetto non possiamo transigere – conclude sempre Testa –. Abbiamo firmato un accordo nazionale ben preciso e i tentativi delle Regioni di declinare accordi che non privilegino il vaccinare nei centri vaccinali non possono essere accettati e vanno denunciati alla pubblica opinione". Accordi – quelli che ventila Testa – che tuttavia non prevederebbero alcun compenso in più, né per i medici né per i farmacisti, da parte delle regioni, ma al momento il punto non sembra questo bensì la questione legata alla sicurezza e, di conseguenza, alle responsabilità personali di chi somministra le dosi.

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L’Agenzia italiana del farmaco, d’altra parte, prevede che in caso di somministrazione del vaccino sia necessaria "l'assistenza medica urgente se si manifestano sintomi". Pertanto, è anche la posizione della Fnomceo, la figura del medico deve essere in ogni sede vaccinale, comprese le farmacie e le parafarmacie. Sulla stessa linea il maggiore sindacato dei medici ospedalieri,l’Anaao-Assomed: "È auspicabile – afferma il segretario nazionale Carlo Palermo – che sia presente un medico perché potrebbero insorgere effetti collaterali di tipo anafilattico con necessità di somministrare adrenalina, cortisonici, antistaminici e liquidi endovenosi".

Da parte loro, sono già 5.174 i farmacisti abilitati alla vaccinazione, mentre altri 2.800 stanno ultimando il corso. Si tratta, potenzialmente, di un esercito di 73.000 professionisti in tutta Italia, di cui 25.000 titolari di farmacia. Pronte ad aprire presto le porte alla vaccinazione potrebbero dunque essere, su tutto il territorio nazionale, 19.669 farmacie.

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