I fan di Trump pronti a nuove rivolte Lui insiste: l’impeachment genera rabbia

"Prepariamoci alla guerra", scrivono i sostenitori di Donald in vista dell’insediamento di Biden. A Washington 15.000 agenti

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di Giampaolo Pioli

Ore cruciali e drammatiche per Donald Trump. L’America è nel caos e in stato di massima allerta. Si è dimesso ieri il segretario dell’Homeland Security – l’equivalente del nostro ministro dell’interno – Chad Wolf dopo le polemiche sul poco decisivo intervento dei poliziotti sui dimostranti. Sono giornate decisive per il presidente degli Stati Uniti. Trump viene spinto a dimettersi da repubblicani e democratici dopo l’assalto al Congresso. I suoi squadristi si preparano a organizzare altri assalti e scontri armati nel fine settimana e nel giorno dell’inaugurazione di Biden il 20 gennaio. L’allarme lanciato dall’Fbi questa volta non verrà ignorato. Riguarda non solo Washington, già super blindata con più di 15.000 uomini della guardia nazionale, ma tutti i Campidogli dei 50 stati, sotto attacco dei "terroristi domestici".

Gli squadristi della destra razzista e xenofoba e di QAnon anche se hanno visto cancellati più di 70.000 siti dopo l’assalto al Congresso si stanno organizzando con messaggi privati via Facebook dove invitano gli amici e sostenitori di Trump a "prepararsi alla guerra", a spegnere le televisioni e ascoltare solo i messaggi delle radio che arriveranno nei prossimi giorni su frequenze speciali. L’invito è a prepararsi a combattere nel fine settimana e il giorno dell’insediamento di Biden il 20 gennaio.

"Il mio discorso era perfettamente legittimo… non ho incitato alla violenza – ha detto Trump riapparendo in pubblico per la prima volta dopo i disordini, mentre si recava al confine col Messico per ispezionare il muro – L’impeachment renderà furiose molte persone… Si tratta di una nuova caccia alle streghe".

La Camera però tra poche ore voterà la sua messa in stato d’accusa "per istigazione all’insurrezione" e questa volta anche diversi repubblicani si uniranno ai democratici, anche se il processo a Trump dovrà essere il Senato a farlo e per cacciarlo servono i 23 dei voti.

Da New York il senatore democratico Schumer, prossimo leader della Camera alta al posto del repubblicano Mitch McConnell, ha chiesto a tutte le autorità di sicurezza americane di mettere nella “no-fly list” degli aeroporti tutti coloro che hanno partecipato all’assalto del Campidoglio dopo le parole incendiarie di Trump.

Gli avvocati del presidente lo stanno implorando ad abbassare i toni e a "congratularsi con Biden".

Il segretario di Stato Pompeo ha cancellato il suo ultimo viaggio in Europa quando ha capito che non sarebbe stato ricevuto nelle cancellerie della UE.

Il conto alla rovescia si sta esaurendo. Se il vice presidente Pence entro oggi, non invocherà l’art. 25 che prevede la sua rimozione per incapacità, scatterà il voto sull’impeachment che ha già la maggioranza necessaria. Ma ci sono anche giuristi e studiosi americani che indicano nel 14mo emendamento della Costituzione la strada più rapida per interdire per sempre Trump dai pubblici uffici in quanto "sarebbe stato coinvolto in insurrezione o ribellione…". In questo caso basterebbe un voto a maggioranza semplice sia alla Camera che al Senato e potrebbe avvenire anche prima dell’insediamento di Biden il 20 gennaio.

In una drammatica riunione alla Casa Bianca lunedì sera Trump ha incontrato il vice Pence e il leader del senato McConnell. Ai cronisti che lo pressavano il presidente non ha voluto dire se si sarebbe dimesso o meno, ma si è scatenato con le piattaforme che lo hanno oscurato. A prescindere dall’impeachment però il presidente rischia molto dopo i suoi ultimi atti. Se venisse giudicato ispiratore della sommossa lo attendono processi civili e penali.