Giovedì 18 Aprile 2024

I due amici e quello sballo killer L’ira del pm: siamo tutti colpevoli

Morti a 15 anni dopo la serata insieme, il procuratore: grave dimestichezza dei giovani con gli stupefacenti. L’uomo fermato confessa, ha venduto il metadone ai ragazzini. Caccia a un altro pusher del mix fatale.

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Ha ammesso di aver ceduto metadone ai due adolescenti morti nel sonno ieri l’altro, a Terni, nelle rispettive abitazioni. Aldo Maria Romboli, il 41enne ternano finito in carcere poche ore dopo il ritrovamento dei corpi dei ragazzi, è accusato di morte in conseguenza di altro reato. Il legale dell’uomo, Massimo Carignani, che lo ha incontrato ieri mattina, riferisce che è "disperato" per quello che è successo, che "piange, urla" e dice: "Che ho fatto! Sono un verme". Ma il senno di poi non riporterà in vita Gianluca Alonzi, 15 anni, e Flavio Presuttari, 16, due ragazzi sani, amanti del rugby, due giovanissimi come tanti, amici tra loro.

Questa brutta storia si dipana dal campetto di calcio al flacone di metadone finito nella bottiglietta ritrovata e sequestrata dai carabinieri di Terni. Da quella bottiglietta avrebbero bevuto i due ragazzini e forse anche lo stesso pusher. Ancora da chiarire, però, se sia stato il solo metadone a uccidere i due ragazzi o un mix con altre sostanze, come la codeina. In tal caso potrebbe entrare in scena anche un secondo pusher: gli inquirenti stanno lavorando anche su questo fronte. I due ragazzini ternani sono stati trovati senza vita dai familiari, martedì mattina, nei rispettivi letti. Poco dopo aver bevuto dalla bottiglietta i ragazzini si sarebbero sentiti male, avrebbero vomitato. Nel provvedimento di fermo del pm il Romboli (noto ai carabinieri come tossicodipendente in cura al Servizio dipendenze della Asl) avrebbe confessato "di aver ceduto ai due minori, la sera prima, una bottiglietta di metadone diluito con acqua, ricevendone in cambio la somma di 15 euro, precisando che non era la prima volta che cedeva ai due giovani la stessa sostanza, spacciandola per codeina".

Dalla perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e sequestrati, tra l‘altro, tre flaconi di metadone, due vuoti e uno pieno per metà. Flavio e Gianluca avrebbero incontrato il 41enne più o meno all’ora di cena e quando si sono ripresentati al campetto della parrocchia, hanno raccontato gli amici, già si sentivano male. Erano circa le 22. Poco dopo sono rientrati nelle rispettive case (uno dei due è stato riaccompagnato dagli amici) e si sono messi a letto, per non risvegliarsi più. Il procuratore Alberto Liguori, al comando dei carabinieri, ieri ha detto: "C‘è una responsabilità collettiva. Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere. Cercheremo di arrivare alla verità anche per i genitori, per lenire almeno in parte il loro indelebile dolore. Per fargli capire che non hanno colpe. Non vedo responsabilità genitoriali, ma sociali sì". Altro aspetto importante è che gli amici delle vittime hanno aiutato i carabinieri ad arrivare all‘uomo. Ma Liguori si è detto sorpreso e preoccupato "della grave dimestichezza di questi ragazzini col mondo della droga", delle loro conoscenze "tecniche", delle sostanze.

Oggi l‘interrogatorio davanti al gip, domani le autopsie, quindi i funerali col lutto cittadino proclamato dal sindaco, Leonardo Latini. In una città sconvolta, rimbombano anche le parole del vescovo Giuseppe Piemontese: "È tanta la superficialità con cui, noi adulti, cattivi maestri, trattiamo materie che affidiamo a fragili mani in nome della libertà, il cui esito spesso, inesorabilmente, porta al baratro".

Patrizia Peppoloni

Stefano Cinaglia