Venerdì 19 Aprile 2024

I delitti di Igor ’il russo’ Una vedova fa causa all’Italia "Era clandestino, andava espulso"

A distanza di quasi sei anni dalla morte del marito Davide Fabbri, la donna chiede 800mila euro. Il legale: "Non sono riusciti a identificarlo: un’inadempienza che gli ha permesso di uccidere"

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di Federica Orlandi

BOLOGNA

Le ferite che Igor ’il russo’, in realtà il serbo Norbert Feher, ha lasciato dietro di sé, continuano a sanguinare. E ora Maria Sirica, la vedova di Davide Fabbri, il barista della Riccardina di Budrio assassinato il 1° aprile del 2017, chiede allo Stato ottocentomila euro a risarcimento del danno subito a causa della mancata esecuzione dei provvedimenti di espulsione a carico di Igor, datati 2010 e 2011. Lo fa tramite un lungo e articolato atto di citazione nei confronti di Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dell’Interno e Ministero della Giustizia redatto dal suo avvocato Giorgio Bacchelli.

Ottocentomila euro per risarcire lei e il defunto suocero Franco, padre di Davide e morto due anni fa lasciando la nuora come sua erede, della morte dell’amato. Danno che, scrive l’avvocato Bacchelli, è stato causato dalle "gravi negligenze dimostrate reiteratamente dallo Stato nel non aver proceduto ad attuare i provvedimenti espulsivi nei confronti di Norbert Feher. Mancate espulsioni che hanno quindi "senza dubbio una connessione causale diretta con le attività delittuose commesse da questo soggetto estremamente pericoloso", in primis appunto gli omicidi della Riccardina e quello, appena sette giorni dopo, ai danni della guardia volontaria Valerio Verri, nelle campagne di Portomaggiore, Ferrara. Del resto, attacca il legale, "non è scusabile, né giustificabile che lo Stato italiano non riesca a risalire all’identità certa di un carcerato che ha scontato la pena nei suoi istituti", e che quindi venga di fatto bloccato dalla burocrazia nel rintracciare la persona da espellere dal Paese.

Il risarcimento quantificato si riconduce alla somma che il giudice Alberto Ziroldi stabilì che Igor dovesse versare alle due parti civili costituitesi per Fabbri quando condannò il serbo all’ergastolo, in primo grado e con rito abbreviato, il 25 marzo 2019. Sarebbe a dire 497.880 euro per Sirica e 300.000 per Franco Fabbri. Non solo. In via subordinata, qualora non fosse accolta questa prima richiesta, l’avvocato Bacchelli ne formula una seconda: quella di un equo indennizzo per la vittima di un reato violento, come previsto dalle leggi comunitarie per i casi in cui il condannato sia impossibilitato a farlo.

Come sarebbe appunto in questo caso, dato che Igor è attualmente detenuto nel carcere di Madrid, in Spagna (nonostante l’intenzione di chiedere l’estradizione per venire a scontare la pena in Italia), e potrebbe restarci tutta la vita. "Ma la normativa italiana è fortemente riduttiva nell’indicare le somme riconoscibili alle vittime di questo tipo di reati – illustra l’avvocato Bacchelli – nell’ordine di una decina di migliaia di euro. Di gran lunga inferiori al reale danno subito dai miei assistiti. Ho perciò ritenuto di ’allargarmi’ chiedendo che vengano riconosciute in termini più elevati", assimilabili alle somme indicate in origine dal gup Ziroldi. "Il nostro desiderio è quello di fare giustizia – chiude l’avvocato –. Questo atto è frutto di un lavoro di ricerca piuttosto importante e forse inedito in Italia".