Giovedì 18 Aprile 2024

I conti con l’Australiana "E dopo le festività in arrivo un altro picco"

di Alessandro Malpelo

"Questa influenza si sta rivelando imprevedibile, siamo ancora in una fase di crescita esponenziale dei casi". Questo il giudizio di Marco Falcone, segretario generale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), impegnato in questi giorni nel congresso dedicato alla resistenza agli antimicrobici.

Dal punto di vista epidemiologico, come andamento, il peggio deve ancora venire?

"Diciamo che siamo ancora lontani dal picco. La rapidità di innalzamento della curva (quella che esprime il trend dell’epidemia, ndr) ci induce a pensare che ci vorranno ancora due o tre settimane prima che il fenomeno vada a stabilizzarsi".

Quando sarà passata questa ondata potremo stare tranquilli o dobbiamo temere un ritorno di fiamma?

"La cosa purtroppo non finisce qui, non si può affatto escludere che tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio assisteremo al vero picco invernale dell’influenza. Quindi dopo Natale ci aspettiamo un’altra batosta, mentre alla fine di gennaio inizierà la fase calante definitiva".

Esistono strati di popolazione maggiormente bersagliati dal punto di vista anagrafico?

"Quello delle fasce di età più esposte è una leggenda. Abbiamo un virus che colpisce indifferentemente tutti, dai bambini ai grandi anziani. Chiaramente sono gli anziani con problemi respiratori o altre patologie gli individui ad alto rischio complicanze da influenza, idem i bambini al di sotto di un anno".

Imperversa in questi giorni la variante australiana, quasi una competizione con le mutazioni dei coronavirus. Che conseguenze comporta nell’organizzazione dei sistemi sanitari l’intreccio di questi patogeni?

"L’influenza in questi giorni circola più del Covid, l’indice di trasmissione Rt è superiore a quello delle varianti Omicron. In questa fase vediamo molte più infezioni da virus influenzali. Fondamentale fare la diagnosi differenziale. Tutti gli ospedali devono essere attrezzati con test rapidi in grado di distinguere tra Covid e influenza, in modo da allocare i pazienti nel reparto più idoneo, o rimandarli a casa con le specifiche raccomandazioni".