Venerdì 19 Aprile 2024

Covid, i contagi crescono sempre meno. "Non supereremo i diecimila casi"

L’epidemiologo La Vecchia: la quarta ondata avrà un impatto molto più ridotto rispetto alle previsioni

L'andamento dei contagi in Italia

L'andamento dei contagi in Italia

"La crescita dei contagi sta rallentando. Se il trend verrà confermato nei prossimi giorni, la quarta ondata avrà un impatto molto più ridotto rispetto a quello che ci aspettavamo". Per Carlo La Vecchia (in foto), epidemiologo e docente di Statistica medica all’università Statale di Milano, le stime catastrofiche di qualche settimana fa sono ormai, per fortuna, da cestinare. Il numerino magico da tenere sotto controllo è l’Rt settimanale: una stima di quante persone può mediamente infettare un positivo al Covid. Se il valore di questo indice è 2, per capirci, mille contagiati trasmetteranno il virus a duemila persone; se è 0,5 ad appena cinquecento. Tradotto dal matematichese, se questo numero è minore di 1 l’epidemia si sta spegnendo.

Vacanze in zona bianca: quante persone in macchina

L’epidemiologo Carlo La Vecchia
L’epidemiologo Carlo La Vecchia

Professore, cosa sta succedendo negli ultimi giorni?

"Dal 22 luglio l’indice Rt settimanale ha iniziato a scendere. Siamo partiti da 2,2 e al momento siamo attorno a 1,4. Se continuasse a flettere con questo ritmo, potremmo arrivare attorno all’1 tra 7-10 giorni".

Una buona notizia?

"Assolutamente. Il picco previsto di 30mila casi a fine agosto potrebbe essere anticipato e più basso. Potremmo aspettarcene uno attorno ai 10mila per il 10 di agosto. Ovviamente è una previsione da prendere con cautela, ma il pessimismo che si respirava qualche settimana fa sembra essere superato".

Qualcosa potrebbe ancora cambiare?

"Se prendiamo il caso del Regno Unito, dove la quarta ondata è arrivata con un mese e mezzo d’anticipo, ci sono stati picchi verso l’alto e il basso prima della netta flessione dei contagi iniziata una settimana fa. La percentuale di vaccinati di Italia e Gran Bretagna è simile, quindi anche da noi potrebbe esserci qualche variazione verso l’alto, ma oggi è poco probabile che si verifichi, come le dicevo prima, un boom di nuovi casi sopra i 30mila contagi giornalieri".

L’Iss ha accertato che la variante Beta, il cosiddetto ceppo sudafricano, sta lentamente alzando la testa. Dobbiamo preoccuparci?

"L’indice di prevalenza della variante sudafricana al momento è all’1,4%, ma questo ceppo circola ben da prima rispetto al Delta e non si è mai diffuso in maniera cospicua e veloce. Sia la variante inglese che quella indiana hanno preso il sopravvento in pochissimo tempo. Questo significa che la Beta non ha un vantaggio sulla contagiosità. Inoltre completare il ciclo vaccinale protegge efficacemente dagli effetti più gravi di questa variante".

Grazie ai vaccini, nonostante i casi siano aumentati, i ricoveri e i decessi sono rimasti stabili. Quanto è importante convincere a immunizzarsi chi non lo ha ancora fatto?

"È il punto chiave. Bisogna completare l’immunizzazione degli over 40 se vogliamo mantenere basse le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva".

Se i ricoveri rimarranno percentualmente stabili, avrà senso tornare all’Italia dei colori?

"Il Cts ha già incluso il numero delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva nei criteri per determinare le aree di rischio. Se i posti letto occupati nelle rianimazioni salgono, è sensato che vengano adottate delle restrizioni".

Il Green pass può contribuire a contenere i contagi?

"Sì, è una misura efficace e ragionevole: anche i vaccinati possono infettarsi, seppure in genere in maniera non grave, e trasmettere il virus. Il certificato verde ha un doppio impatto: riduce i nuovi casi ed è uno stimolo a vaccinarsi".