I civili in fuga dall’acciaieria bunker "Sono stati due mesi di buio e terrore"

Mariupol, evacuati in 126 tra donne, bambini e anziani. Ne restano altri 200, Mosca ha ripreso a bombardare

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di Alessandro Farruggia

Bombe e razzi sul Donbass, su Kherson e di nuovo su Odessa. Mentre a Mariupol l’evacuazione dei civili dai sotterranei nell’acciaieria Azovstal non è neppure a metà – tra sabato e ieri evacuati dalla Croce Rossa in 126 tra donne, bambini e anziani, ma oltre 200 restano sottoterra i perché i russi hanno ripreso ieri pomeriggio i bombardamenti. Il ritorno alla luce dopo due mesi al buio incute un certo timore. "All’uscita del rifugio antiaereo – dice Natalia Usmanova, tra gli evacuati, alla Bbc –, in cima ad una scala non si riusciva a respirare perché non c’era abbastanza ossigeno. Avevo paura anche di uscire e respirare un po’ di aria fresca. Non abbiamo più visto la luce del sole, avevamo paura".

L’AVANZATA

DI MOSCA

Le truppe di Mosca attaccano su sei assi nel Donbass, ma solo in due – a Sud di Izyum e in direzione di YampilLyman hanno guadagnato un decina di chilometri. Il resto del fronte sostanzialmente tiene, a parte la cittadine di Popasna e di Rubizhne, dove si combatte casa per casa. Le forze ucraine proseguono invece la riconquista dei villaggi a Nord e ad Est di Kharkiv, incluso il villaggio strategico di Ruska Lozova. Una avanzata nel Sud, verso Vleyika Novsilka, è stata bloccata e il fronte sud è fermo sia verso Zaporizhia che Kryvyi Rih (la città di Zelensky) che Mikoayev, che i russi nelle scorse settimane avevano quasi raggiunto ma dalle quali sono stati ricacciati indietro a 25-30 km, in direzione di Kherson.

FUOCO

SU ODESSA

Mikolayev è cruciale per tentare di attaccare Odessa. Per tenere sotto pressione Odessa i russi hanno ripreso a bombardarla con missili. Il primo maggio è stata attaccato un aeroporto militare vicino al capoluogo. Nel raid, compiuto con un missile Onyx, secondo il ministero della difesa russo "sono stati distrutti una pista e un hangar che conteneva armi inviate dagli Usa e da paesi europei". Gli ucraini hanno risposto attaccando con l’artiglieria la base russa di Chornobaikva, vicino a Kerson. Ieri triplo attacco missilistico russo. Il primo in mattinata ha colpito (ed è la terza volta) il grande ponte sulla foce del Dniepr, a ovest del capoluogo. A mezzogiorno un altro missile ha colpito una zona abitata di Odessa e nel pomeriggio c’è stato il terzo attacco, il più sanguinoso, che ha colpito una chiesa ortodossa e un piccolo edificio residenziale, non lontani da edifici militari. Nell’immobile si trovavano cinque persone. Un ragazzo di 15 anni è stato ucciso e una ragazza diciassettenne è stata ferita gravemente. Secondo l’Onu sono almeno 3.000 i civili uccisi dall’inizio dell’invasione russa.

IL BOIA

DI BUCHA

La procuratrice generale ucraina Iryna Venediktova ha intanto reso noto che le autorità hanno identificato un altro russo sospettato di aver condotto un massacro di civili a Bucha. Si tratta di Sergey Kolotsey, comandante di un’unità della Guardia nazionale russa, "che è stato accusato – ha annunciato la procuratrice – di aver ucciso quattro uomini disarmati a Bucha il 18 marzo: sono stati trovati mani legati dietro la schiena e segni di torture. Kolotsey è accusato anche di aver torturato un altro civile il 29 marzo".

LA LISTA

DEI TOTURATORI

Giovedì scorso Venediktova aveva annunciato di aver identificato 10 soldati russi "coinvolti nella tortura di persone pacifiche durante la brutale occupazione di Bucha". Venediktova ne ha diffuso anche le loro foto. Apre la lista il sergente Vyacheslav Lavrentyev, poco più giù il caporale Andriy Bizyaev, e nel gruppo anche un generale, Albert Radnaev. I soldati facevano parte della 64a brigata di fucilieri motorizzati.