Venerdì 19 Aprile 2024

"I capelli di Weinstein, il naso di Madoff Così disegno i criminali alla sbarra"

Da 40 anni fa i ritratti degli imputati eccellenti nelle udienze chiuse al pubblico. E ne svela le debolezze "Il boss Gotti voleva che gli togliessi il doppio mento, El Chapo pretendeva che gli dessi il mio schizzo"

di Alessandro

Belardetti

Se non ci fosse lei, molti dei processi più famosi d’America non avrebbero immagini da mostrare al pubblico. Già, perché è grazie agli schizzi dell’artista di tribunale Jane Rosenberg, 72 anni, se la gente ha visto lo sguardo alla sbarra del signore della droga Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, oppure ha letto il terrore nel volto di Jeffrey Epstein prima del suicidio.

Nella maggior parte dei tribunali Usa le registrazioni audiovisive e le foto sono vietate per tutelare la privacy delle persone coinvolte e per non influenzare giurati e opinione pubblica. Così Rosenberg in 42 anni di carriera ha dipinto i momenti clou di molti tra i dibattimenti più famosi della storia: dal killer di John Lennon, Mark Chapman, al produttore cinematografico Harvey Weinstein e all’attore Bill Cosby condannati nel caso MeToo, fino allo storico boss della famiglia mafiosa Gambino a New York, John Gotti.

Come è iniziata la sua avventura nelle corti americane?

"Ho studiato arte, ma per guadagnare un dollaro facevo di tutto. Dipingevo copie di Vermeer e Rembrandt sui marciapiedi col cappello per gli spiccioli, poi mi spostavo a Cape Cod a ritrarre i turisti. Un giorno ho visto una conferenza stampa di un artista di tribunale a New York e ho capito che era ciò che volevo fare. Così mi sono fatta introdurre dai miei amici avvocati, iniziando a ritrarre le prostitute nelle udienze notturne. A volte bisogna disegnare in 30 secondi e io non pensavo di essere abbastanza veloce".

Ricorda il primo schizzo che ha venduto ai media?

"Era il 1980 durante il processo di Craig Crimmins, il delitto della Metropolitan Opera: ero seduta per la prima volta tra gli artisti. Quando sono tornata a casa, ho telefonato alla Cnn, ma hanno rifiutato. Così ho provato con la Nbc e alla sera il mio disegno era al telegiornale. Sono corsa a chiamare i miei genitori dalla gioia".

Per quanti dollari l’ha venduto?

"Preferisco non parlare dei miei guadagni".

Come si svolge la sua giornata tipica?

"Ci sono giorni che faccio uno schizzo, altri che ne faccio anche otto. Comunque ho sempre la mia valigetta con il kit – blocco, pastelli, binocolo, protezioni per le dita, barrette proteiche e acqua – pronta accanto a me in appartamento: spesso i media mi chiamano all’ultimo secondo. Mi sveglio sempre alle 4 per andare in tribunale e prendere un buon posto a sedere".

Ora tutti indossano la mascherina: come è cambiato il suo lavoro con la pandemia?

"Potrebbe sembrare più facile, ma in realtà disegno solo metà faccia, quindi è più difficile dato che devo concentrarmi sulle espressioni degli occhi. Per due anni ho disegnato via computer, non si poteva entrare nelle aule di tribunale. La prima volta che sono rientrata è stata con il rapper R. Kelly per violenza sessuale. Ora devo fare I conti anche con il plexiglas".

Qual è stato il soggetto più difficile da disegnare?

"Quello che non riesco a vedere. Spesso l’imputatotestimone si volta solo un secondo e devo coglierlo in quell’attimo. Durante il processo contro Tsanarev, per l’attentato alla maratona di Boston, ci hanno messo molto indietro e dovevo guardare attraverso le teste del pubblico. L’imputato era davanti a me, ma non l’ho mai visto bene chiaramente. Ecco, così è dura".

Avvocati, imputati, giudici le chiedono mai i suoi schizzi? "Sempre. Anche El Chapo me l’ha chiesto. Tutti i protagonisti in tribunale mi chiedono di acquistare i disegni".

Oggi cosa ha dipinto?

"Oggi (ieri, ndr) ho aggiustato i disegni sul caso di John Gotti, che mi chiese di rimuovergli il doppio mento".

Le è mai successo di essere così turbata dal processo da non riuscire a disegnare?

"Sì, successe con la vicenda di Susan Smith, la madre che nel 1994 in Michigan annegò i propri figli nel lago con l’auto. Li mise sul sedile posteriore, li legò alla cintura di sicurezza e spinse l’auto. Io avevo un figlio della stessa età".

L’anno scorso Ghisleine Maxwell, la presunta complice di Epstein, sul banco degli imputati si mise a disegnare lei, come uno specchio. Che effetto le ha fatto?

"Non mi diede fastidio. Anzi, è stato fantastico per me averla davanti: non mi sentivo la sua modella, perché per me è lavoro. Lei si è girata verso di me e per tutto il processo mi ha disegnata, è stato super perché avevo un punto di vista perfetto". Le era mai capitato prima?

"Sì, tanti anni fa con Eddy Murphy, che era in causa con il suo agente. Ha cominciato a disegnarmi su un post-it per deridermi. Alla fine gli ho chiesto se potevo averlo e l’ho ritrovato 5 anni fa rovistando tra le mie cose in casa".

Ha rappresentato anche l’esecuzione di John Evans nel 1983: un trauma indelebile. "Sì, è come se avessi le mani sporche perché non ho fatto nulla per fermare quell’orrore. Evans è stato folgorato 3 volte prima di morire, il malfunzionamento dell’elmetto che ha preso fuoco è stato orribile. Un’atrocità terrificante".

Come è stato ritrarre Weinstein?

"Mi ha chiesto di aggiungergli più capelli. Camminava, si è fermato guardando lo schizzo e mi ha chiesto ‘Disegnane di più’. Non l’ho fatto".

E il narcotrafficante messicano Guzman?

"La moglie Emma Coronel Aispuro, sempre super fashion, era seduta dietro di me. È stata una fortuna, perché El Chapo la baciava e la guardava sempre". Di Epstein cosa ricorda?

"L’ho visto in tribunale perché aveva tentato il suicidio. Controllavo col binocolo se aveva dei segni rossi sul collo. La settimana successiva è riuscito ad ammazzarsi".

Ha assistito anche al processo delle bombe alla maratona di Boston.

"Sì, ma il fatto più eccitante è che le autorità mi chiamarono per una missione segreta sul caso. La mattina dopo la cattura di Tsanarev, ci portarono sulla barca dove lo presero ferito per disegnare tutta la scena e cristallizzarla. E il ceceno era lì. Poi siamo andati in tribunale".

E Bernie Madoff?

"Ha un naso e alcune caratteristiche fisionomiche che rendono semplice il disegno. Non ha la faccia da truffatore, ma da bravo nonno".