Martedì 23 Aprile 2024

I calciatori fumano spinelli Il mister lascia la squadra

Igor Trocchia, premiato da Mattarella: dalle dimissioni un messaggio educativo

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di Fabrizio Carcano

BERGAMO

Nel calcio dei soldi e dei risultati, prima di tutto, ci sono ancora mosche bianche, isolate, che mettono i principi e i valori prima di tutto. Anche di un incarico da allenatore: lasciato per lanciare un messaggio forte indirizzato ad alcuni suoi ragazzi, sorpresi a fumarsi uno spinello. Succede in provincia di Bergamo, terra dove il lavoro e il sacrificio sono valori inculcati di padre in figlio fin da piccoli, succede con un personaggio che ha già dimostrato di cantare fuori dal coro. È Igor Trocchia, napoletano di nascita trapiantato a Bergamo, uomo dal cuore generoso, cavaliere della Repubblica insignito della prestigiosa onorificenza dal presidente Sergio Mattarella per un suo precedente gesto importante e significativo.

Era il 2018, durante una partita della categoria Allievi, ragazzini adolescenti, volavano insulti razzisti verso un giocatore di colore del Pontisola, la squadra allenata da Trocchia, che deciso di non far finta di niente, come troppo spesso accade, chiedendo ai suoi calciatori di fermarsi e lasciare il campo per protesta e per solidarietà. Accettarono tutti, tutti per uno verso il loro compagno insultato. Una scelta coraggiosa che ha regalato una breve notorietà e non cercata a Trocchia: la nomina a Cavaliere al Quirinale, poi l’inserimento nella Hall of Fame del nostro pallone, per meriti etici. Tanta roba per un allenatore da campetti, per un ragazzo lontano dai grandi palcoscenici, abituato ad alzarsi presto al mattino per andare a lavorare nei mercati e a vivere il calcio come gioco, passione, ma anche percorso formativo.

La storia di Trocchia non si è fermata lì, negli anni successivi ha guidato la nazionale Fssi, dei calciatori non udenti, portandoli ad una storia qualificazione per i Mondiali poi non disputati a causa della pandemia. Fino al presente: in questi giorni Trocchia è tornato a lanciare un messaggio forte, da allenatore sempre del Pontisola, stavolta in Prima Categoria: le dimissioni per mandare un segnale educativo alla squadra, dopo aver pescato alcuni ragazzi che si fumavano una canna dopo la cena natalizia. Un’altra scelta forte di un personaggio diverso, alternativo, sempre controcorrente, anche questa volta, perché nel suo calcio prima dei risultati vengono i messaggi ai giovani, viene la loro crescita, con i valori. Ragazzi, prima che giocatori.