Mercoledì 24 Aprile 2024

I buoni rapporti fanno bene a entrambi

Lorenzo

Castellani

Avere tre opposizioni diverse è un grande vantaggio per Giorgia Meloni. La premier può infatti manovrare per allargare la propria maggioranza su alcuni provvedimenti, coinvolgendo i centristi di Renzi e Calenda. Questa dinamica l’hanno compresa per primi proprio i leader di Azione-Italia Viva che vedono in una buona relazione con il Presidente del Consiglio un’opportunità sia per legittimarsi come forza di centro indipendente sia per distinguersi dalla potenziale coalizione tra Pd e 5 Stelle. In questo gioco di specchi Renzi incontra Berlusconi, coltivando l’idea di una collaborazione futura tra moderati, mentre Calenda verrà ricevuto da Meloni per discutere di legge di bilancio. Da parte sua Meloni non si nega ai centristi perché sa che i loro voti in parlamento possono tornare comodi e che essi forniscono al Presidente del Consiglio un appiglio moderato in più, che sul piano delle riforme e dei rapporti con l’Unione Europea può essere d’aiuto. D’altronde questo governo, sul piano macro-economico, ha scelto la continuità con Draghi, una strada che rende difficile a Calenda la via dell’opposizione barricadera. Ciò non significa naturalmente che l’esecutivo non abbia inserito alcuni provvedimenti più ideologici, aderenti alle promesse elettorali, e corporativi.

Se però restiamo sui fondamentali, cioè deficit, crisi energetica e rapporto con l’Ue, Meloni è più vicina alla linea di Calenda che alla propaganda che lei stessa faceva qualche anno fa dai banchi dell’opposizione. Il buon rapporto con i centristi, inoltre, torna utile anche per perseguire una politica dello sviluppo che il governo dovrebbe intraprendere a breve. Di fatti, quando si tratta di realizzare nuove infrastrutture e impianti energetici ci possono sempre essere problemi sul piano parlamentare per i riflessi delle resistenze locali, meglio dunque avere una sponda politica e qualche parlamentare in più a disposizione.