I 90 anni di Amadori senza il pranzo di famiglia

Il fondatore Francesco li compie oggi, ma il licenziamento della nipote dall’azienda fa ancora discutere. E lei telefona al nonno

Francesco Amadori, fondatore del gruppo, 90 anni oggi, e la nipote Francesca, 45 anni

Francesco Amadori, fondatore del gruppo, 90 anni oggi, e la nipote Francesca, 45 anni

La prima conseguenza, plastica, dei dissidi in casa Amadori, è che oggi non si terrà il consueto pranzo in famiglia, a Cesena, per il compleanno del patron Francesco. Dispiacere doppio, poiché la cifra è tonda: il fondatore del secondo gruppo avicolo italiano (1,2 miliardi di euro di fatturato) compie 90 anni. Per lui l’azienda avicola leader ha comprato una pagina sui giornali con un 90 gigantesco e un grazie da parte di "8.900 persone che non hanno mai smesso di guardare al futuro accanto a te". La cifra è quella dei dipendenti, ma dovrebbe essere 8.899, perché nel frattempo Francesca, nipote e pupilla del fondatore, fino a due giorni fa direttrice comunicazione e un percorso di leadership già scritto, è stata licenziata in tronco. Ultimo atto di una guerra in famiglia che durava da mesi. Nei fatti estromessa dal padre Flavio, presidente, che però si trovava tatticamente all’estero. In azienda anche il fratello di Flavio, Denis e i cugini di Francesca, Andrea e Gianluca. Figli di Arnaldo, che a sua volta fu liquidato dal fratello nel 1998, così come fu vent’anni prima per l’altro fratello, Adelmo. Una storia che si ripete, insomma, e che annovera tra le uscite brusche anche quelle della madre di Francesca, la manager Maurizia Boschetti. Niente festa in famiglia, no. "Non si poteva comunque, c’è il Covid", precisa qualcuno. Ma anche i cellulari degli Amadori sono spenti. Perché anche se l’azienda minimizza ("il rapporto lavorativo si è concluso per motivazioni rispettose dei principi e delle regole aziendali, valide per tutti i dipendenti, senza distinzione"), là fuori non si parla d’altro che della saga familiare. E Francesca, che ha subito sentito il nonno per telefono, studia le carte: "Sto valutando le iniziative più opportune – aveva detto a caldo – per oppormi a un provvedimento che ritengo ingiusto e illegittimo e che non riguarda la violazione di alcuna regola aziendale, trovando al contrario fondamento in altre logiche che dovranno essere appurate nelle opportune sedi".

Dalla sua c’è tutto il quartiere, abituato da decenni a vivere attorno agli Amadori e all’azienda. Entrambe, dicono tutti, non hanno mai delegato un rapporto umano e di sostegno con la comunità dei dipendenti e dei ’vicini di casa’. Francesca in prima linea: "Quando ci fu il ‘nevone’ – ricorda l’edicolante Loretta Pasini –, il tetto del centro anziani rischiava di crollare. Lei rispose subito,e non solo con un contributo, ma con tutto quello che serviva". Normale da queste parti: "Amadori dà lavoro, aiuta, sostiene – alza le spalle un cliente dell’edicola –. L’azienda è presente sul serio e così la famiglia". Francesca compresa. "Una brava ragazza", assicura amareggiato un altro cliente. Poi se ne va. Sullo sfondo i muri bianchi dello stabilimento.