I 5 Stelle si chiamano fuori "Spartizioni? Noi non c’entriamo Anzi diciamo: via i partiti dalla tv"

Il deputato Francesco Silvestri: nessuno ha salvato Carboni, abbiamo solo seguito la legge attuale"L’alleanza con il Pd? Parta dai temi concreti se vuol funzionare. Lavoro e ambiente sono le nostre priorità"

"Mi permetta, prima di cominciare, di mandare un pensiero all’Emilia-Romagna e ai suoi cittadini la cui capacità di reazione è motivo di orgoglio per tutto il Paese...".

Senza dubbio Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del M5s. Oggi, però, con lei parliamo anche di Rai. Si è dimessa Lucia Annunziata, Gian Marco Chiocci è il nuovo direttore del Tg1 e la sua nomina è passata anche per la scrivania di Giuseppe Conte...

"Il punto è, al netto delle nomine, che a noi interessa il principio di pluralismo. Per questo abbiamo chiesto di indire gli stati generali per una riforma della Rai. Ovviamente, per quanto riguarda la legge, stiamo parlando della prossima legislatura per far ragionare i partiti, ma è indubbio che l’azienda ha bisogno di una riforma".

Che tipo di riforma avete in mente?

"Si deve affermare il principiche i partiti devono rimanere fuori dall’azienda, altrimenti non cambierà mai niente e la Rai finirà con uscire dal mercato".

Va bene tutto, ma intanto su questo giro di nomine, anche voi avete partecipato alla spartizione, in particolare sul Tg1 e sulla sorte dell’ex direttore Giuseppe Carboni.

"Ci siano mossi tramite la legge attuale, la Meloni ha fatto un percorso e si prenderà la responsabilità di queste nomine. E comunque, non ci siamo spartiti nulla, voglio andare contro la narrazione di questi giorni che dice che il Movimento ha partecipato alla spartizione anche sulla commissione Antimafia; non è vero, ci siamo alzati e ce ne siamo andati. Ritengo che quello che è avvenuto a San Macuto rappresenti il momento più basso raggiunto negli ultimi anni".

Ci avviamo verso il ballottaggio in alcune realtà locali, ma intanto il vostro rapporto con il Pd della Schlein è in costruzione, oppure ci sono ancora molte riserve?

"Abbiamo sempre rifiutato l’alleanza di comodo con il Pd per mero calcolo elettorale e continuiamo a farlo. Altra cosa è l’apertura di un tavolo con al centro una precisa agenda sociale, dove si parla di lavoro precario, riconversione industriale del Paese,di un piano industriale, di transizione ecologica e della posizione geopolitica dell’Italia. Ecco, su questi temi il M5s c’è e c’è sempre stato".

Una battuta sulla parziale cancellazione del reddito di cittadinanza da parte del governo.

"Prendi dei soldi dal reddito, non li investi sul salario minimo ma spendi 15 miliardi per il Ponte sullo Stretto. Il Paese questo non lo merita: ti riempi la bocca con la natalità, ma non ti chiedi perché senza stabilità nel lavoro i precari non faranno mai figli. Sta tutto qui il ragionamento. I mutui sono aumentati del 40%, abbiamo chiesto di tassare gli extraproifitti delle banche e non ci hanno neanche risposto".

Il 17 giugno ci sarà una vostra manifestazione sui temi del lavoro.

"Per chiedere che reddito di cittadinanza e salario minimo vadano di pari passo, viaggino paralleli per costruire una cintura di sicurezza dei cittadini, e perché riteniamo che il tema della mancanza di lavoro diventerà predominante nel Paese se non cambiamo rotta, al pari della transizione ecologica".

Elena G. Polidori