Martedì 23 Aprile 2024

"Ho recitato con Hopkins e Damon Ma a 76 anni è tempo di smettere"

L’addio al cinema di Ivano Marescotti: in Italia lasciano in pochi, però Spielberg non si decideva a chiamarmi..

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di Claudio

Cumani

Un clamore così non se lo aspettava: messaggi, telefonate, post e mail di gente incredula, che si rammarica per la scelta annunciata o invita il direttore interessato a ripensarci. Ivano Marescotti, romagnolo doc, 76 anni compiuti il 4 febbraio, ha comunicato su Facebook la decisione di abbandonare cinema, teatro e tv "per godersi la vecchiaia". "Seguendo l’esempio di Jack Nicholson che a 73 anni si è ritirato dalle scene", ha scritto. Apriti cielo. "Oh, Spielberg non si decide a chiamarmi e io ho detto basta", se la ride nella casa di Bagnacavallo dove si è trasferito un paio di anni fa da Bologna.

Marescotti, un fulmine a ciel sereno?

"Ma no, è da tempo che ci stavo pensando e che rifiutavo proposte di lavoro senza alcun rammarico. Facevo dire dalla mia agenzia che ero impegnato ma poi ho capito che la toppa era peggio del buco. Inutile mentire, è arrivato il momento di mollare".

Un’uscita in grande stile citando Jack Nicholson...

"L’ho scritto su Facebook che bisogna avere un modello... Scherzi a parte, è solo una battuta ironica e non c’è ovviamente nessun paragone. Mi affascina che un mostro sacro come lui abbia deciso a 73 anni di dire basta e ritirarsi in un anonimo ranch a godersi la pensione. Neanche lo ha annunciato, è sparito".

Nessuna invidia dunque per un attore come Glauco Mauri che a 91 anni gira ancora i teatri interpretando ‘Re Lear’?

"Ammiro quell’età ma la mia vita è sempre stata scandita da fasi precise. Ho lavorato all’ufficio urbanistica del comune di Ravenna dove mi occupavo di piani regolatori e poi a 40 anni ho cominciato a fare l’attore per caso. Ho avuto fortuna, sono stato diretto da registi importanti e ho recitato a fianco di mostri sacri come Anthony Hopkins ma anche Julianne Moore e Matt Damon. Adesso è cominciato il terzo tempo con una nuova organizzazione della vita. È una cosa non abituale in Italia. I pensionati costituiscono un patrimonio culturale".

Sulla sua decisione incidono problemi di salute?

"Beh, a 76 anni qualche acciacco c’è ma non è quello il problema. Va anche detto che un vecchio attore ha ruoli obbligati e non si può mettere a correre in un film per duecento metri... Ma anche questo conta poco. È capitato tutto durante il lockdown: lì ho cominciato ad apprezzare una vita rilassata e rallentata, ho messo mano alla pila di libri che dovevo leggere da una vita e mi sono sentito padrone del mio tempo senza ansie".

Ha rimpianti per la sua carriera?

"Rimpiango i miei 20 anni...Beh, qualcosa forse poteva andare diversamente. Dovevo essere Ponzio Pilato ne La passione di Cristo di Mel Gibson, poi le riprese sono state spostate, io avevo altri contratti e non se ne è fatto nulla. Conservo ancora una lettera di Mel in cui diceva che quella parte poteva essere solo di un italiano come me. Poi ha scritturato un attore polacco. Un giornale titolò: ‘L’attore che ha detto no a Mel Gibson’".

Lontano dai set e dai teatri, non teme la noia?

"Proprio no, continuerò ad occuparmi della mia scuola per attori, la Tam (Teatro Accademia Marescotti), che ha sede a Marina di Ravenna e accoglie ogni anno una ventina di allievi. E comunque meglio la noia della paranoia da superlavoro: l’ozio è necessario per rigenerare l’interesse verso le cose".

Lascia un cinema italiano in buona salute?

"Premesso che non amo un autore di riguardo come Sorrentino, devo dire che sono un po’ deluso se penso ai film europei. Continuiamo a produrre commediole più o meno di successo lontane dai fasti di un tempo. Non a caso uno dei miei ultimi film di successo, A casa tutti bene di Muccino, era drammatico".

Come si congeda dal suo mestiere?

"Fra film e serie ho interpretato almeno 120 titoli e quindi ritengo di aver dato tutto quello che potevo. Ho chiuso alla grande il teatro ufficiale a Torino con Zio Vanja, ho ancora un film in uscita intitolato Criminali si diventa e ho tenuto recital ovunque. Più di così".