Giovedì 18 Aprile 2024

"Ho la leucemia, farò il trapianto" La pagina più difficile di Baricco

Lo scrittore annuncia la malattia sui social: "Avrò le cellule staminali da mia sorella, tra famiglia e Toro sono fortunato"

Migration

di Chiara

Di Clemente

"Ehm, c’è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto. Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica. Ci sono rimasto male, ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni (be’, non è così semplice, ci stiamo lavorando da mesi, è un lavoro di pazienza)". Lo ha annunciato ieri sui social lo scrittore Alessandro Baricco, 64 anni da compiere martedì. Il messaggio su Instagram – social media dal quale era assente dal 1° aprile dell’anno scorso – è corredato dalla foto di un pc portatile, adagiato su un tavolino accanto a un libro, il Circolo Pickwick. Anche Baricco abbraccia tutti. "A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica – scrive –, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso. Molto altro non mi verrebbe da aggiungere. Forse, ecco, mi va ancora di dire che percepisco ogni momento la fortuna di vivere tutto questo con tanti amici veri intorno, dei figli in gamba, una compagna di vita irresistibile, e il miglior Toro dai tempi dello Scudetto. Sono cose, le prime tre, che ti cambiano la vita. La quarta certo non te la guasta. Insomma, la vedo bene. Per un po’ non contate su di me, ma d’altra parte non abituatevi troppo alla cosa perché i medici che si sono ficcati in testa di guarirmi hanno tutta l’aria di essere in grado di riuscirci abbastanza in fretta".

Famoso fin dagli anni ’90 anche tra chi non ha mai aperto un suo libro grazie al fascino – riccioli ribelli, camicia bianca con le maniche arrotolate fino agli avanbracci – irradiato nei tanti programmi tv in cui ha messo al servizio delle vaste platee Auditel la sua passione divulgativa (l’opera lirica, la letteratura classica), frequentatore instancabile di cinema (con Tornatore e Tim Roth) e teatro (da Ronconi a Vacis ai “rave“ letterari con Bianconi dei Baustelle), già solo con quell’"Ehm" a introdurre la brutta notizia Baricco non rinuncia a confermarsi l’intellettuale pop, amico della porta accanto. Con The Game (2018) si era dichiarato al contempo entusiasta insurrezionalista digitale eppure scettico nell’uso dei social ("non posto su Facebook, faccio fatica a raccontare storie su Instagram, non sento l’urgenza di pronunciarmi con un tweet"): adesso ha affidato invece a quegli stessi media uno dei messaggi più dolorosi della sua vita. L’ha fatto però piazzando – appunto – un "Ehm" in apertura: ed "ehm" su Instagram è come un’entrata in punta di piedi, è mostrare di di avere imbarazzo, paura di dar fastidio, di essere inopportuni. Quando la 62enne Fallaci nel novembre del ’92 racconto al Washington Post del cancro al seno (dell’Alieno), ci andò giù dura, altrimenti non sarebbe stata lei: "Dopo l’intervento ho detto ai chirurghi: voglio vedere quello che mi avete tolto. È roba mia e la voglio vedere. Così mi hanno portato la cosa, questo grosso pezzo di Oriana, insomma “lui“. Una cosa bianca, piccola e lunga. E ho cominciato a parlargli: tu, sporco bastardo. Oh, come lo odiavo. Lo insultavo. Gli dicevo: non permetterti di ritornare, hai lasciato dei bambini dentro di me?, ti ammazzerò, ti ammazzerò, non vincerai".

Follia, depressione, mal sottile, sifilide, cecità, Aids, Alzheimer, Asperger, tumori: quante vite di scrittori sono state minate dal male, quanti l’hanno annunciato o taciuto, ne hanno fatto la vita, l’arte, ne sono stati annientati. Thomas Bernhardt – tubercolotico – in Perturbamento affidava al principe Saurau la diagnosi del mondo: "Il genere umano e la natura tutta sono una truffa. Una commedia. Ovunque guardiamo, vi è un continuo imparare a parlare, a camminare, a pensare, a recitare a memoria, a ingannare, a morire, a essere morti, tutto il nostro tempo se ne va in questo". Per Novecento, il protagonista di uno dei libri più famosi di Baricco, la morte è una scelta: si fa saltare in aria sulla nave, il Virginian, dalla quale non era mai sceso. Ci aveva provato, solo una volta, decidendo di scendere la scala che l’avrebbe portato a terra, rinunciando però al terzo gradino. Perché? "Non è quello che vidi che mi fermò. È quel che non vidi... In quella sterminata città c’era tutto ma non c’era una fine... Io, che non sono stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita. I desideri stavano strappandomi l’anima. Allora li ho incantati. Fermati per sempre a segnare la rotta di questo viaggio strano". Nel dolore a volte un senso c’è. È la poesia. E Baricco – ehm – lo sa.