"Ho fatto nascere 8mila bambini in 77 anni. E dico: venire al mondo non è una malattia"

Maria Pollacci, 96 anni, è l’ostetrica d’Italia. "Oggi le donne vengono spaventate con troppi esami, il parto è una cosa naturale"

Maria Pollacci, 96 anni, è l’ostetrica d’Italia

Maria Pollacci, 96 anni, è l’ostetrica d’Italia

Maria Pollacci, modenese di origine, bellunese di Pedavena di adozione, 96 anni, è l’Ostetrica d’Italia per almeno 8.000 ragioni. È questo lo strabiliante numero dei bambini che ha fatto nascere nella sua fortunata carriera, lunga oltre settant’anni. Da quando è iniziata sono cambiate molte cose, incluso il modo in cui veniamo al mondo.

Il primo parto che ha assistito è stato molto tempo fa. Se lo ricorda?

"Come no. C’era una signora che aspettava, e il marito venne a chiamarmi. Erano povera gente, che non aveva soldi per pagare, ma aveva bisogno di aiuto. Così, anche se non avevo l’età legale sono andata. Ed è nato Francesco, che oggi ha 77 anni ed è il mio bambino più ’grande’".

Una volta si nasceva in casa. Adesso quasi tutte le donne vanno in ospedale. Cos’è cambiato?

"Un tempo nessuna si rivolgeva all’ospedale. Bisognava pagare e la gente non aveva soldi. Quindi ci andava solo chi aveva delle patologie, da tenere sotto controllo. Adesso le donne sono tutte monitorate, anche troppo".

Quindi, gli esami eseguiti in gravidanza sono troppi?

"Certamente. La maggior parte sono inutili e non fanno altro che creare stress. La donna viene trattata come una malata e di conseguenza si spaventa".

Le donne oggi hanno più paura?

"Sì, sono meno pronte al sacrificio rispetto a una volta, quando la vita era più dura. Sopportano meno e si preoccupano di più. Invece, dovrebbero stare tranquille, arrivare al parto serene e viverlo nel modo giusto".

Qual è il modo giusto, secondo lei?

"Come una cosa naturale. Io parlo molto con tutte loro quando entrano in travaglio. Chiacchieriamo. Spiego che sono lì per aiutare loro e il bambino. E poi, al momento opportuno, cambio atteggiamento: divento più energica per spronarle a spingere. Così ho salvato tanti bambini dalla ventosa".

Le aiuta anche con un’epidurale, per il dolore?

"Mai usata in vita mia. La donna, quando arriva la spinta, deve sentirla, per far uscire il bambino. Il dolore è molto relativo, perché se una è tranquilla non lo avverte così forte. Quasi nessuna urla. E quasi mai devo lacerarle. Si dilatano e spingono quanto serve e il bambino nasce".

E poi taglia il cordone…

"Tagliare subito il cordone ombelicale è un grave errore. Io lo faccio solo quando smette di pulsare, perché è una trasfusione importante dalla mamma al bambino. Purtroppo, quasi mai viene rispettata questa regola, ma io continuo a dirlo ai medici e alle ostetriche".

A proposito di medici, al momento del parto chi conta di più avere vicino: un ginecologo o un’ostetrica?

"Dipende. Hanno competenze diverse. Il medico ginecologo è specializzato negli interventi, come operare un taglio cesareo, asportare la placenta, o in caso si verifichino emorragie. L’ostetrica fa nascere materialmente il bambino".

Le ostetriche sono per la maggior parte donne. Come mai?

"Un ragazzo che aiuta un parto… mah, è da sempre qualcosa che riguarda le donne. Ci sono uomini che lo fanno, ma sono davvero pochi. Forse sono meno adatti, nel senso che fra donne c’è un’intesa diversa".

E i papà? Ora molti sono presenti alla nascita dei propri figli. Anche se qualcuno ne rimane un po’ traumatizzato.

"I papà che assistono ai miei parti non sono affatto traumatizzati. Anzi, sono entusiasti. Forse perché le donne per prime sono tranquille. È un momento unico e meraviglioso che si godono insieme. Certo, ogni tanto mi guardano per assicurarsi che vada tutto bene. Ma sono così felici poi e per me è una tale gioia vederli così".

La ’sua ultima bambina’ ha un mese e mezzo. Ha altri parti in agenda?

"Ho detto vari no negli ultimi tempi, e mi dispiace tanto. Ma ho deciso di fermarmi. Ho avuto tante soddisfazioni e mai un incidente. È giusto smettere quando tutto va bene. Non le pare?".

È giusto. In fondo, di parti ne ha assistiti davvero tanti. Alcuni anche molto avventurosi.

"Oh, certo. Una volta ho fatto nascere il figlio di un’acrobata e di un domatore di leoni. Facevano parte del Circo equestre Cables Cavegna. Dopo il lieto evento, con in braccio il neonato di oltre sei chili, sono entrata nella gabbia dei leoni per un brindisi. E sì, quando la leonessa mi è venuta incontro, ho avuto paura!".

Poi, ha mai rivisto quel bambino?

"Sì, sì. È diventato un domatore di tigri e ogni tanto passa a trovarmi".

E non è l’unico.

"Tanti altri mi scrivono lettere, mi salutano al bar del paese e mi chiamano ’mamma’. Sapesse che gioia è per me".

Anche perché lei di figli suoi non ne mai avuti. Come mai?

"Ci sono stati tre fidanzati nella mia vita: due morti per tumore, e uno, a un mese dalle nozze, in un incidente stradale. Ho deciso di restare sola, per non soffrire più. Per fortuna ho sempre avuto il mio lavoro a riempirmi la vita".

E le ha dato anche importanti riconoscimenti. È stata nominata Cavaliere della Repubblica ed è stata invitata a Sanremo. È una persona famosa. Le fa piacere?

"Senz’altro mi fa piacere che le persone riconoscano quello che faccio, ma non mi sento famosa. Sono soltanto molto fortunata, perché ho ricevuto un dono che è diventato il lavoro di una vita".