Mercoledì 24 Aprile 2024

Helsinki-Mosca, scoppia la guerra dei quadri

Le autorità finlandesi bloccano alla frontiera opere russe e le confiscano: i capolavori erano esposti anche in Italia. Valgono 42 milioni

Migration

di Paola Fronteddu

La Russia è coinvolta in una guerra parallela: la "guerra dei quadri". Tra il 2 e il 3 aprile tre veicoli diretti in Russia, di passaggio dalla Finlandia, sono stati bloccati in dogana in nome di sospette violazioni delle sanzioni imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Restano bloccate ad Helsinki oltre 200 sculture e quadri, per un valore stimato di 42 milioni di euro.

Le opere, di ritorno in patria dopo essere state prestate a una mostra giapponese e a due esposizioni italiane, provengono dai più importanti musei e gallerie d’arte russi, tra cui l’Hermitage e la Galleria Tretyakov.

La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova ha affermato che le opere erano "collocate all’estero sotto garanzie di stato dei paesi organizzatori" e pertanto "questa situazione può essere descritta semplicemente come illegale". In risposta, il responsabile delle dogane finlandesi Sami Rakshit, sostiene che "è importante che l’applicazione delle misure punitive contro la Russia funzioni in modo efficace", ma non fornisce alcun dettaglio specifico sulle opere.

Nonostante la Russia attenda la rapida riconsegna dei tre preziosi carichi, va sottolineato che questa non è la prima volta in cui l’arte è venuta a contatto con questa guerra: quattro opere conservate all’Hermitage attese per l’esposizione alla mostra "Maddalena. Il mistero e l’immagine" di Forlì, non sono mai arrivate in Italia proprio a causa delle sanzioni imposte ai russi. Effettivamente, le sanzioni Ue contro Mosca includono il divieto di trasporto di oggetti di lusso, tra i quali rientrano le opere d’arte, e ne autorizzano la confisca. La Finlandia ha dunque aperto un’indagine preliminare con il servizio dogane di Helsinki, che lavorerà in collaborazione con il ministero degli Esteri finlandese e la Commissione europea per trovare una soluzione adeguata. Rakshit afferma che "quello che succederà in seguito con le opere dipenderà dal risultato dell’inchiesta", ma per il momento i tre carichi resteranno sul suolo finnico.

La giornalista Elena Karaeva sostiene che questo ’furto’ non è che il "prologo di questo dramma", e aggiunge: "Dobbiamo essere consapevoli, senza la minima illusione, che qualsiasi opera d’arte si trovi fuori dalla Russia, ma appartenga alla Russia, è potenziale oggetto di confisca da parte del doganiere di turno".