Mercoledì 24 Aprile 2024

Haiti, lascia l’inviato Usa Stop alle ronde coi cavalli

L’ex diplomatico contro Biden: "Disumane espulsioni e frustate ai profughi" Il governatore del Texas erige un muro di Suv al confine con il Messico

di Giampaolo Pioli

"Mi dimetto, non voglio essere parte di questa deportazione disumana". L’ambasciatore Daniel Foote inviato speciale del presidente Joe Biden ad Haiti, dopo le raccapriccianti immagini delle guardie di frontiere americane a cavallo, sulla frontiera fra Texas e Messico che hanno frustato donne e bambini terrorizzati, ha sbattuto la porta con l’amministrazione democratica. È un altro schiaffo al presidente Usa che di fronte alla crisi dei migranti appare impotente e rischia di essere sopraffatto. I suoi sondaggi sono in caduta libera: l’indice di popolarità, al 43%, è ai minimi dall’insediamento. Nonostante l’indignazione però, ogni giorno oltre mezza dozzina di aerei Usa vengono riempiti di profughi haitiani e fatti atterrare forzatamente nel loro Paese d’origine dal quale erano fuggiti per le devastazioni del terremoto e a causa delle violenze delle gang.

La Casa Bianca definisce il comportamento delle guardie a cavallo "inaccettabile" e assicura che i responsabili verranno puniti, ma col passare delle ore la situazione si fa sempre più pesante perché altre colonne di profughi – si parla di circa 20mila – stanno raggiungendo il confine fra Texas e Messico. Nel frattempo il ministro degli Interni Usa Alejandro Mayorkas, anche lui ex esule cubano, ha ordinato di sospendere il servizio degli agenti a cavallo, i cui uomini erano stati fotografati mentre frustavano i profughi. Nel frattempo diversi bus utilizzati per le deportazioni sono stati presi d’assalti da gruppi di violenti profughi esasperati, che hanno picchiato e morsicato gli autisti e si sono allontanati rubando i mezzi.

Il governatore del Texas il super conservatore Greg Abbott, non per solidarietà nei confronti di Biden, ma perché sostenitore del muro e del blocco dei migranti di ogni tipo e a ogni costo, ha fatto disporre centinaia di Suv neri con la targa di Stato e agenti armati, lungo il confine texano dove non esistono barriere per evitare il passaggio dei migranti, destinati a essere rispediti indietro.

Definire caotica e tragica la situazione sotto il ponte del Rio Grande che continua a fare da dormitorio e latrina per almeno cinquemila disperati in attesa di essere scrutinati dalle autorità per ottenere il visto è poco.

Gli agenti non riescono ad esaminare più di 500 persone al giorno e il personale dovrebbe essere per lo meno triplicato almeno in queste aree di crisi acuta , ma mancano i fondi e l’intero governo americano il 1 ottobre rischia di andare in blocco totale.