Eurovision, hacker russi attaccano il televoto. Ma la polizia protegge 'Stefania'

Guerra-cyber per fermare i dati provenienti da tutta Europa. Un centinaio di tecnici Rai e agenti della Postale fanno scudo

La Kalush Orchestra vincitrice dell'Eurovision Song Contest 2022 (Ansa)

La Kalush Orchestra vincitrice dell'Eurovision Song Contest 2022 (Ansa)

Gli hacker russi sono un po’ come i panzer con la "z" della "operazione speciale" in azione a Kharkiv o a Mariupol. Devastanti ma prevedibili. Tutti si aspettavano, infatti, che in occasione dell’Eurovision torinese, davanti all’eco mediatica che avrebbe suscitato la probabilissima vittoria ucraina, non sarebbero rimasti con le mani in mano. Così è stato. Ma la polizia postale e i tecnici dell’Ict Rai hanno fatto buona guardia ai sistemi, consentendo allo scudo di cybersicurezza predisposto da oltre cento specialisti del settore di tenere, scongiurando quel blocco dei dati con cui i terroristi informatici filorussi legati ai collettivi 'KillNet' e 'Legion' intendevano mandare in default il segnale video e il meccanismo di votazione della gara in corso al PalaOlimpico.

I terroristi, armati di connessione e tastiera hanno provato più volte a infiltrarsi con il DdoS (Denial of service), un tipo di aggressione che mira a saturare i server della Rete e a renderla inutilizzabile, come era già in passato a danno dei siti di Difesa e del Senato, ma con danni limitati. Niente, insomma, è riuscito a fermare il televoto che ha portato il folk-rap della Kalush Orchestra sul tetto d’Europa. Prima nel televoto e terza per le giurie già nella semifinale di martedì, la formazione di ‘Stefania’ è stata spinta infatti verso la vittoria dal pubblico grazie, ai portentosi 439 punti incassati al televoto, il maggior numero di preferenze mai tributato dal pubblico ad un concorrente dell’Esc.

Altri 29 punti e la Kalush avrebbe raggiunto il punteggio massimo possibile l’altra sera nel voto da casa. Un’enormità se si pensa che la Moldova, seconda nelle preferenze espresse da casa, s’è dovuta fermare a 239. Proprio quei 439 voti sommati ai 192 delle giurie hanno permesso alla Kalush di aprire in classifica una voragine tra le sue 631 preferenze e le 466 dell’inglese Sam Ryder, finito secondo con onore dopo l’ultimo posto incassato dal Regno Unito nella finalissima di un anno fa.

Al televoto l’Ucraina è stata l’unica nazione a ricevere preferenze da tutte e trentanove le altre nazioni. E a ricevere i tanto agognati "12 points" (tributati da chi riceve il maggior numero di televoti in una data nazione) da tutte tranne che da Albania, Grecia, Svizzera, Armenia, Montenegro, Romania, Slovenia, più i dieci punti ricevuti dalla Croazia, gli otto di Macedonia del Nord e Malta, i sette della Serbia.

Scelte che per la particolare natura di questa 66ª edizione dell’Eurovision Song Contest si prestano, forse, pure ad una lettura politica. Meno compatto il fronte delle giurie, attente più ai contenuti tecnici della proposta della Kalush Orchestra che al suo valore simbolico ed emotivo.

"Probabilmente dovremo lavorare di più perché, attraverso lo schermo, il nostro lavoro arrivi meglio anche agli esperti" ha chiosato a telecamere spente il rapper Oleh Psjuk, frontman della variegata compagine vincitrice, commentando il fatto di aver incassato il punteggio massimo solo da cinque giurie nazionali su trentanove, non a caso dislocate in paesi di forte prossimità geografica quali Lettonia, Lituania, Moldova, Polonia e Romania e quindi altamente solidali, con ben tredici collegi giudicanti, fra cui l’Italia, che non hanno dato punti a 'Stefania'.