Martedì 16 Aprile 2024

Ha filmato gli omicidi I video del serial killer trovati sul cellulare E spunta un altro caso

Si indaga su un’altra donna morta in circostanze simili anni fa. Nello smartphone di De Pau le aggressioni alle due cinesi. "Cosa fai alla mia amica?" grida una donna. La fuga e l’incidente in auto

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di Giulia Prosperetti

Nessuno stato di confusione o blackout. Giandavide De Pau sarebbe stato "pienamente consapevole dei gravissimi fatti da lui commessi ai danni delle tre donne". È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Mara Mattioli, che ieri, come chiesto dalla procura di Roma, ha convalidato il fermo del 51enne – detenuto da sabato scorso nel carcere di Regina Coeli in regime di grandissima sorveglianza – per gli omicidi di Li Yan Rong, 55 anni, Yang Yun Xia, 45 anni e Marta Castano Torres, 65enne colombiana, avvenuti giovedì scorso nel quartiere romano di Prati "nel giro di un’ora". De Pau davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’accusa è omicidio plurimo aggravato. Un modus operandi, quello di De Pau, che ha portato gli inquirenti a cercare collegamenti con vecchi ‘coldcase’ con vittime prostitute rimasti insoluti.

A parlare per lui è stato il suo cellulare, dimenticato nell’appartamento di via Riboty lo scorso 17 novembre. L’ingresso dell’uomo nel palazzo al numero 28 è stato ripreso dalle telecamere del supermercato Pim alle 10.01. Poi la fuga, con un incidente stradale il giorno successivo. Ma a documentare "in maniera incontrovertibile e raccapricciante l’omicidio delle due donne cinesi commesso da De Pau" sono due video registrati alle ore 10.23 e alle 10.38 di giovedì scorso, della durata, rispettivamente, di 14 minuti e 42 minuti. Quella mattina De Pau – secondo quanto scrive il gip – dopo aver preteso di rimanere solo con le due donne, mandando via altri clienti, ha acceso la fotocamera del suo cellulare per riprendere i rapporti sessuali. Ma a un certo punto De Pau sposta il telefono. Seguono immagini sconnesse, un primo piano delle scarpe dell’uomo, dopodiché il telefono viene appoggiato: l’immagine diventa nera ma la registrazione va avanti. Al minuto 1.09 si sentono rumori e la donna urlare fortemente, ma il suono giunge come soffocato, entra l’altra donna che chiede ‘cosa fai a lei’ – scrive il gip –. Subito dopo si sentono le urla strazianti anche della seconda donna che viene aggredita. Segue il rumore di una porta che sbatte, poi il rumore più forte di un’altra porta, probabilmente quella di ingresso, che viene aperta. Dal minuto 2.41 solo il rantolo della donna in fin di vita ritrovata agonizzante sul pianerottolo. Dopo qualche minuto si sente la voce del portiere e poco dopo dei soccorritori.

Non è ancora chiaro se l’obiettivo di De Pau fosse rivendere i video. Una pratica molto frequente soprattutto con le prostitute di origine cinese, schiave del sesso i cui diritti e la cui identità vengono annullati. "I clienti sono matti: vogliono senza preservativo, vogliono fare video per vendere" racconta Li, trentenne cinese che lo scorso agosto ha avuto il coraggio di rivolgersi all’equipe indoor della Comunità Papa Giovanni XXIII. Nell’ordinanza viene citata la telefonata della sorella di De Pau ai carabinieri: "Mio fratello è sparito da ieri, sotto l’uso di sostanze, completamente fuori di testa, una persona che non sta bene quando fa uso di sostanze... L’ho sentito questa notte e parlava di donne uccise, di sangue, di coltelli e di cose varie, mi ha detto che c’era sangue, poi c’erano i servizi segreti, perché poi lui diventa matto quando fa uso di sostanze".