Cellulare alla guida, la Polstrada: "Via la patente"

In audizione alla Commissione Trasporti della Camera che sta mettendo a punto il nuovo codice della strada. Oggi la sospensione della patente c'è solo in caso di recidiva

Cellulare alla guida. Per la Polstrada dovrebbe costare il ritiro della patente (iStock)

Cellulare alla guida. Per la Polstrada dovrebbe costare il ritiro della patente (iStock)

Roma, 20 febbraio 2019 - Nuovo codice della strada, in Commissione Trasporti della Camera arriva la proposta della Polstrada: ritiro della patente a chi usa il cellulare al volante o comunque in modo improprio. La misura, secondo Santo Puccia, primo dirigente della Polizia stradale, è necessaria perché la prima causa degli incidenti stradali "è la distrazione, e l'uso improprio di smartphone e altri dispositivi è la prima causa di distrazione". Quindi, dice Puccia in audizione, "Una modifica normativa che consenta il ritiro della patente alla prima violazione va incontro all'esigenza di essere più efficaci nel contrasto a questo comportamento pericolosissimo".  Oggi la sospensione della patente c'è solo in caso di recidiva e "ciò si è mostrato poco efficace in termini di deterrenza".

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Sul fronte dell'uso scorretto di smartphone mentre si è alla guida, Puccia segnala che "l'incremento delle violazioni è continuo e costante: lo sforzo nel contrasto è fortissimo, ma si tratta di un elemento di trasgressione diffusissimo e difficile da contenere". "Ecco perché - ha sottolineato - riteniamo che lo 'spauracchio' del ritiro della patente alla prima violazione potrebbe funzionare come deterrente, e ingenerare quell'effetto virtuoso ottenuto a suo tempo con la patente a punti".

Oltretutto, sottolinea il dirigente Polstrada, "ormai si trovano a buon mercato auricolari e dispositivi di viva voce. Ritengo si possa generare un effetto virtuoso come lo abbiamo registrato con il meccanismo della patente a punti". 

M5S A FAVORE - "Accogliamo con favore la proposta di Polstrada circa l'inasprimento delle sanzioni per chi utilizza lo smartphone alla guida - dichiarano i grillini Diego De Lorenzis e Emanuele Scagliusi - Un comportamento, purtroppo, in forte crescita che impone provvedimenti severi, come auspicato dalla polizia stradale e come già ampiamente previsto dalla nostra proposta di legge di modifica del Codice della Strada". E i due chiariscono: "sono stati ben 3378 i morti sulla strada nel 2017 e la distrazione alla guida è tra le prime tre cause di incidentalità nel nostro Paese. Non c'è più tempo da perdere".

I FUNZIONARI DI POLIZIA - Girolamo Lacquaniti, portavoce dell'Associazione nazionale funzionari polizia, rivela: "L'Associazione nazionale funzionari di polizia già dal luglio del 2017 aveva richiamato la necessità di rivedere le sanzioni per l'uso scorretto del cellulare alla guida, prevedendo la sospensione della patente sin dalla prima infrazione. Alle promesse non erano seguiti poi i fatti perché, secondo alcuni 'rumor', era una norma che rischiava di non essere gradita agli elettori". 

E insiste: "Siamo tuttavia convinti che la sicurezza non possa rientrare in calcoli di questo tipo e che l'evidenza oggettiva dei numeri dei morti e feriti a causa di un abuso ormai sistematico da parte di tutte le categorie di conducenti dei telefonini imponga un intervento normativo urgente e, ci auguriamo, condiviso da tutto il Parlamento". Ancora: "Uno Stato che ha a cuore la sicurezza delle persone deve saper legiferare con coerenza e, se necessario, con coraggio". Insomma, rispetto ai cellulari, "chi si ostina a utilizzarli in modo scorretto o (peggio) leggendo o scrivendo messaggi mentre guida merita sanzioni adeguate al rischio che fa correre agli altri e a se stesso". 

DROGA E ALCOL - Puccia ha poi invocato un'altra modifica al Codice della strada per contrastare maggiormente l'abuso di sostanze stupefacenti: prevedere la "possibilità di perseguire chi è stato trovato positivo ma non in stato di alterazione alla guida in modo da sottoporlo a verifica da parte delle commissioni competenti".  L'esponente della Polstrada ha inoltre chiesto una modifica per quanto riguarda i mille etilometri in forza agli organi di polizia: "Attualmente le visite periodiche per questi strumenti vengano fatte presso due soli centri del ministero dei Trasporti a Roma e Milano che non riescono a smaltire il gran numero di attrezzature da controllare. Accade così che per lunghi periodi le forze di polizia non possono usarli perchè fermi in attesa delle visite periodiche".