Giovedì 18 Aprile 2024

Guerriglia urbana Vittoria sul Belgio E i tifosi del Marocco devastano Bruxelles

La rabbia delle banlieue esplode dopo la partita dei Mondiali. Incendiati automobili, motorini e monopattini. Scontri con la polizia. La comunità maghrebina (580mila persone) è la prima del Paese

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di Giovanni Rossi

Non aspettavano altro. Gli ultrà del Marocco, esaltati per la sfida con il Belgio ai Mondiali di calcio, mettono a ferro e fuoco Bruxelles. Dozzine di supporter dei Leoni dell’Atlante, molti dei quali incappucciati, convergono in centro già prima del fischio d’inizio e danno libero sfogo a frustrazioni e deliri. La vittoria per 2-0 che intanto matura sul campo fa il resto. Il sindaco Philippe Close dà ordine di procedere agli "arresti dei facinorosi" e invita "tutti i tifosi a non venire in centro", locuzione che evidentemente ricomprende anche i fan della nazionale di casa. Annichiliti dal ko, i tifosi dei Diavoli rossi si appuntano lo sfregio sportivo però non scendono in strada, evitando almeno la guerriglia etnica nella capitale dell’Unione europea, simbolo di integrazione. Solo uno stereotipo.

Lo dimostra il tweet di Paolo Gentiloni. L’ex presidente del Consiglio e attuale commissario Ue agli Affari economici posta il video della distruzione di un’auto di car sharing, allegandola a questo cinguettio: "Saccheggi e violenze. Il calcio fa da detonatore". Petardi contro la polizia. Lanci di sassi. Arredi divelti. Cassonetti rovesciati. Monopattini incendiati. Auto ribaltate. Semafori distrutti. Passanti e automobilisti intimiditi. Un giornalista ferito al volto dai fuochi d’artificio. I disordini abbracciano l’area adiacente alla Gare du Midi e si propagano tra boulevard Lemonnier e rue de Woeringen, mentre gli agenti in assetto antisommossa usano gli idranti e chiudono boulevard Anspach. Un soprassalto di rabbia in parte atteso, ma probabilmente non con questa virulenza.

E mentre nel resto della capitale e in tutto il Belgio si susseguono caroselli con auto e bandiere dei tifosi marocchini entusiasti (e civili), Bruxelles fa la conta dei danni materiali e morali. Incidenti simili svelano il disagio profondo in alcune frange della comunità marocchina, da tempo la prima del Paese – 580mila persone – davanti a quella italiana. Le roccaforti nordafricane (e spesso islamiste) della capitale, da Molenbeek a Schaerbeek, evidentemente non si accontentano dei gol e scelgono di mediatizzare il proprio malessere. Detratta la quota di follia di una sommossa coincidente con una vittoria sportiva, c’è di che interrogarsi. Spiazzate le autorità. Il premier Alexander De Croo condanna gli incidenti, mentre il ministro dell’Interno Annelies Verlinden promette l’identificazione di tutti i colpevoli. Non sarà facile.