Martedì 16 Aprile 2024

Guerriglia M5s, Spadafora sotto accusa

Il direttivo grillino chiede al ministro di rimandare il varo della riforma dello sport. Lui reagisce: sono pronto a fare le valigie

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È uno scontro che rappresenta plasticamente la guerra per bande in corso nel M5s. Ieri, a sorpresa, i grillini hanno stoppato la riforma dello sport del ‘loro’ ministro, stellato di rango, Vincenzo Spadafora, vicino a Luigi Di Maio. Aprendo un ‘caso’ interno di difficile soluzione, al punto che lo stesso Spadafora ha minacciato immediatamente di lasciare il campo. Le "criticità sollevate" dai vertici del Movimento hanno per lui il sapore di una sconfessione politica difficile da far rientrare. Fonti grilline spiegano: "Spadafora sta mettendo in difficoltà tutti – dice un deputato di rango –, ha dato più potere al Coni, svuotando ‘Sport e Salute’, che invece dovrebbe essere più centrale. Inoltre, per quanto riguarda la tutela dei lavoratori del settore sportivo non registriamo passi in avanti coraggiosi. Per questo chiediamo al governo di fermarsi".

Tutto è cominciato con una lettera formale del direttivo del Movimento 5 stelle (secondo alcuni solo da una parte di esso) arrivata ieri a Spadafora: la richiesta è di rinviare la riunione di maggioranza sul decreto attuativo della legge dello sport, in modo da avviare prima un confronto interno al Movimento sul testo col capo politico Vito Crimi e col capo delegazione Alfonso Bonafede. Dall’interno grillino, però, sono trapelate indiscrezioni secondo cui l’obiettivo, in realtà, sarebbe ben più ambizioso: bloccare l’ampia riforma che abbraccia tutti i settori del mondo sportivo spingendo Spadafora a rimettere in questo modo la delega allo sport. Il ministro veniva infatti visto come un po’ troppo amico del mondo sportivo, ma non è certo stato solo questo l’elemento della rottura.

I tempi della riforma, a questo punto, si allungano, perché serve anche il parere degli Enti locali e si va verso il rinvio a settembre. Ma lo scontro sembra andare anche al di là del merito che, comunque, secondo molti nel M5s, non rispecchierebbe più nemmeno la delega prevista nella legge di bilancio: limite dei mandati (tra le indiscrezioni, è circolata l’ipotesi di un quarto mandato alla presidenza per Malagò che non ha riscontro nell’attuale testo), incompatibilità tra cariche, distinguo e specifiche per evitare di perdere prerogative e controllo soprattutto quando si parla di fondi pubblici. Insomma, troppe criticità che hanno messo Spadafora all’angolo anche se in serata è arrivato l’annuncio di un possibile vertice oggi e il sostegno delle ‘truppe dialoganti’ grilline, con Ilaria Fontana, vicepresidente stellata alla Camera, che ha fatto da pompiere: "Il M5s non ha bloccato, né ha alcuna intenzione di bloccare l’attuazione della delega sullo sport". Forse.