Venerdì 19 Aprile 2024

Guerriglia a Trieste, sgomberato il porto

Bufera politica sul Viminale per l’uso di idranti e lacrimogeni, i manifestanti: scioperiamo fino a giovedì. In centro furia ultrà e bombe carta

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di Alessandro Farruggia

Il varco quattro del porto di Trieste è libero. Il grosso della protesta No pass – 3-5 mila persone – si è spostato in piazza dell’Unità, il salotto di Trieste, dove manifesta pacificamente, mentre duecento violenti hanno ingaggiato fino a sera tarda raid a bassa intensità contro la polizia. Ieri sgombero doveva essere – era chiaro da domenica sera ai portuali – e sgombero è stato. Le forze dell’ordine sono uscite con i blindati dal porto un’ora e mezzo dopo che il leader dimissionario della protesta, Stefano Puzzer, ha smantellato, coi suoi compagni, la postazione dei lavoratori vicino ai tornelli del varco occupato. Erano le 8.30 quando i blindati della polizia e i reparti mobili di polizia e carabinieri sono avanzati lentamente, battendo i manganelli sugli scudi, contrastati da 3-400 No pass tra i quali una trentina di tute gialle fra le quali Puzzer, mentre il grosso dei manifestanti si è spostato verso il lungomare.

I manifestanti, in sciopero fino a giovedì, si sono distesi a terra per bloccare i reparti mobili e c’è stato il primo contatto, con alcuni sollevati di peso. Sono giunti mezzi blindati dotati di idranti che hanno puntato verso i manifestanti. Si sono vissuti momenti di tensione, dopodiché per due ore e mezzo è stato un tira e molla, con uso di idranti e in qualche caso di lacrimogeni. "Gli operatori di polizia e la locale Digos – dice la Questura – hanno messo in campo ogni possibile forma di mediazione con i manifestanti, che hanno rifiutato anche la proposta fatta dalla questura di trasferirsi in un’altra piazza cittadina per aver modo di continuare in quella sede la loro protesta".

"A causa della forte opposizione posta in essere, diventata pressione fisica contro gli operatori di polizia – sostiene la Questura – e per evitare che le tensioni e le provocazioni potessero degenerare in aperti scontri con le forze dell’ordine, sono stati lanciati diversi lacrimogeni accompagnati da leggere spinte con gli scudi. Tra l’altro non è stata effettuata alcuna carica né è stato fatto uso dello sfollagente. A seguito di queste azioni sono risultati lievemente contusi tre manifestanti in codice verde".

Certo è che dopo le 11 almeno la metà dei ’duri’ che manifestavano al porto si sono uniti agli altri che hanno deciso di puntare verso Piazza dell’Unità, dove si sono seduti a terra. Secondo Puzzer – che è salito in prefettura per chiedere un incontro con il governo e garanzie per i manifestanti pacifici – erano 5mila persone, secondo la Questura 3mila. "Il prefetto mi ha assicurato che oggi non ci saranno nuove cariche contro le persone in piazza Unità – ha poi fatto sapere Puzzer –, ma al porto ci sono gruppi che non c’entrano con noi, saranno 150 persone, e che si stanno scontrando con le forze dell’ordine. Non vogliamo abbandonare chi è là. Faremo venire qui quelle persone perché non vogliamo buttare quel che abbiamo ottenuto (nulla. ndr)".

Ma per ore le bande di No Pass (probabilmente tra loro infiltrati da gruppi politici e ultras) si sono rese responsabili di incidenti nella zona di viale dei Campi Elisi. Sono stati rovesciati e incendiati cassonetti, lanciate bottiglie, sassi e fumogeni contro i reparti mobili e una bomba carta contro una auto della polizia. Le forze dell’ordine hanno risposto con lacrimogeni e idranti. A sera il bilancio è di cinque persone denunciate (quattro per interruzione di pubblico servizio una per resistenza a pubblico ufficiale) e tre agenti feriti.

Il mondo politico si divide, con FdI e Lega critiche verso l’intervento della polizia. Nel mirino del leader del Carroccio, Matteo Salvini, c’è soprattutto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgiese. "Domani (oggi, ndr) sarà in Senato e io l’ascolterò e poi interverrò – incalza –. Però mi spieghi, perché lascia tranquillamente assediare istituzioni a Roma a gente che per legge non poteva essere a piede libero e ordina di usare idranti e lacrimogeni contro portuali e studenti a Trieste". Dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, invece viene una valutazione nella quale emerge più "tristezza che allarme" per quanto accaduto a Trieste e ancor prima a Roma, con l’assalto alla sede della Cgil.