Guerra in Ucraina, la pace senza ambiguità. Bentivogli: "Ma no allo scontro tra piazze"

L’ex leader della Fim Cisl e il sit in davanti all’ambasciata russa: non mettere sullo stesso piano aggredito e aggressore

Un bandierone della pace in un corteo di pacifisti a Milano (Ansa)

Un bandierone della pace in un corteo di pacifisti a Milano (Ansa)

Roma, 12 ottobre 2022 - Marco Bentivogli, uno degli organizzatori del sit in di oggi davanti all’ambasciata russa di Roma, è l’ex leader della Fim Cisl.

Che significato ha questa manifestazione e qual è la differenza con quella di novembre, indetta anche dalle Acli, dove il M5s ha messo cappello?

"Pensiamo che la pace, come ha detto prima Benedetto XVI e poi Papa Francesco, abbia bisogno di verità e la verità non può mettere sullo stesso piano l’aggredito e l’aggressore, per cui si tarda di riconoscere quali sono gli elementi di questo conflitto che invece parte dall’invasione da parte di Putin dell’Ucraina, non fra altro. Noi proponiamo il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina, senza ambiguità".

Gli altri invece non lo fanno?

"Non serve lo scontro tra iniziative. Mi sembra, più in generale, che ci sia una parte di pacifismo ideologico e una certa parte del dibattito nel Paese che non tiene conto di quali sono le reali condizioni del conflitto, finendo con il mettere sullo stesso piano il comportamento di Putin con quello di Zelensky. Questa manifestazione nasce dall’idea, come era anche di Alexander Langer, che per arrivare alla pace bisogna avere una strategia chiara e concreta che deve coinvolgere la società civile".

L’Europa ha una strategia?

"Un’Europa frammentata dal punto di vista politico, senza una politica estera comune, non ha la forza nel chiedere l’avvio di negoziati, in un momento in cui si è fatta pressante la minaccia di un conflitto nucleare che non è stato evocato da chiunque, l’hanno ipotizzata Putin e i suoi generali. Il movimento per la pace non può dire semplicemente “smettete di litigare“, la vera pace si costruisce sia manifestando contro i bellicisti che contro i pacifisti che chiedono la resa. E quelli che dicono all’Ucraina di arrendersi non sono pacifisti".

Chi chiede la resa ucraina?

"C’è da mesi un dibattito negli show politici dove i finti esperti raccontano l’imminente capitolazione dell’Ucraina, lo fanno perché dietro non c’è il desiderio di pace, c’è altro, quando si lotta per la pace si lotta a prescindere, non solo quando c’è il coinvolgimento della Nato. Il movimento per la pace era accanto ai vietnamiti invasi dagli Usa e oggi deve dimostrare altrettanta forza contro questa invasione altrettanto imperialista di Putin; la pace non si costruisce su equivoci e ambiguità".

Il M5s è stato ambiguo?

"Assolutamente sì. Per tutta la legislatura precedente e nei governo Conte I e II sono cresciute le spese militari. Nel 2018, in particolare, Conte disse che confermava il 2% di spesa, aggiungendo che era giusto assecondare l’idea di Trump di far crescere al 4% il contributo per la Nato. Siamo abituati a vedere Conte che passa dalla destra alla sinistra e poi al centro con disinvoltura, ma i fatti sono questi: la credibilità di un politico e di un esponente di governo si vedono quando hanno le massime responsabilità alla guida del Paese. E la credibilità di Conte come pacifista è dubbia".

E quella del centrodestra ?

"Berlusconi e Salvini non hanno mai risolto il loro legame profondo con la Russia di Putin. La Lega ha confermato anche quest’anno la vicinanza al partito di Putin Russia Unita. Non hanno nessuna coerenza con la pace, né con un europeismo solido. Sono atlantisti se c’è Trump, ma poi tornano con i sovranisti. E con questo, non condividendo praticamente nulla delle proposte politiche di FdI, Giorgia Meloni è sicuramente più lineare sulla collocazione del nostro Paese e poi quando cita Polonia e Ungheria come esempi anche lei ritorna nella sua natura".

E il Pd?

"La posizione che Enrico Letta è molto chiara, nessuno ha preso le distanze pubblicamente quindi quella è la posizione del Pd. Alla manifestazione di oggi ci saranno anche + Europa e il terzo polo. Non ci saranno solo Conte e Fratoianni, che fa ben capire l’ambiguità delle loro posizioni.

Il problema in campo è il cessare il fuoco e il ritiro delle truppe russe dal suolo ucraino, perché serve una pace senza equivoci, il pacifismo non si deve manifestare solo quanto c’è la Nato di mezzo.

"Sull’invio di armi all’Ucraina, il G7 ha stabilito che ne vanno mandate altre in attesa di un possibile incontro Putin-Biden".

Per lei è giusto?

"Sì. Siamo nati dalla resistenza al nazifascismo, crediamo nell’autodeterminazione dei popoli, come possiamo negare questo diritto agli ucraini? La posizione di Conte liscia il pelo a chi non interessa nulla di cosa accade nel mondo, non chiedono la pace ma “solo di essere lasciati in pace".