di Achille Perego Più cari e più difficili da rimborsare. Sui mutui per l’acquisto della casa si stanno facendo sentire gli effetti della corsa dell’inflazione e della stretta monetaria delle banche centrali, generata prima dai maxi rincari delle materie prime per la ripresa post-Covid e poi dai rischi sull’economia provocati dal conflitto in Ucraina. LA RIPRESA DEI MUTUI Intanto, nonostante la pandemia, nel 2021 l’erogazione di mutui sarebbe aumentata del 20%, a 62 miliardi, trainata dai nuovi mutui prima casa (+30%) mentre sarebbero ulteriormente scese le surroghe (-30%). E anche nella prima parte del 2022, secondo l’Osservatorio di MutuiOnline.it sarebbe proseguita la crescita in particolare dei mutui giovani favoriti dal Fondo di garanzia prima casa con quasi una richiesta su due in arrivo dagli under 36. E un forte aumento anche dei mutui green incentivati dai bonus fiscali. IL CARO-TASSI In questi mesi però, pur restando vicini ai minimi storici, il costo dei mutui è salito a causa dell’aumento degli indici europei di riferimento. In particolare l’Irs, il parametro per i mutui a tasso fisso che restano, con circa l’80%, i preferiti da chi compra casa. Se secondo le rilevazioni di Bankitalia il tasso medio dei mutui prima casa era all’1,49% a febbraio rispetto all’1,46 di dicembre, l’Irs a vent’anni è passato, per l’Osservatorio di MutuiSupermarket.it, dallo 0,30 di dicembre allo 0,86 di marzo. Con riflessi sui mutui a tasso fisso di circa mezzo punto. Tanto che per un mutuo ventennale di 140mila euro per acquistare un immobile del valore di 140mila, i migliori Taeg (il tasso comprensivo di quasi tutte le voci di costo) sono all’1,80% per salire oltre il 2% con rate a partire da 690 euro al mese. E questo aumento, avverte Facile.it rischia di bloccare i mutui giovani a tasso fisso perché il tetto da non superare, secondo le norme del ...
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