Martedì 23 Aprile 2024

Guerra e Covid Così il mondo ritorna indietro

Massimo

Donelli

Come in un racconto fantastico di Gianni Rodari (1920-1980), ma senza che, per ora, si intravveda il lieto fine, il mondo va all’indietro. Lo dice l’Indice di sviluppo umano (Human Development Index) delle Nazioni Unite. Che registra, per la prima volta, un regresso in termini di aspettativa di vita, istruzione e prosperità economica in nove Paesi su dieci dei 191 monitorati. Di chi la colpa? Soprattutto del maledetto pipistrello cinese che, sul finire del 2019, ci ha impestato con il Covid. E, poi, del cambiamento climatico e della guerra in Ucraina. Infatti, tre anni terribili, 2020, 2021 e 2022, sono bastati perché l’orologio del progresso ritornasse al 2016, interrompendo uno sviluppo lento ma costante che andava avanti dal 1990. E, naturalmente, in tempi grami la differenza tra ricchi e poveri assume connotati di spietatezza. Così la Svizzera guarda il pianeta dall’alto con un’aspettativa di vita di 84 anni, una media di 16,5 anni spesi nell’istruzione e un Prodotto interno lordo (Pil) procapite di 66.933 dollari. All’opposto c’è il Sud Sudan: l’aspettativa di vita è di 55 anni, le persone trascorrono in media solo 5,5 anni a scuola e il Pil procapite è di 768 dollari l’anno.

L’Italia? Controcorrente, tanto per cambiare. È salita, infatti, dal 28° al 30° posto, con un’aspettativa di vita di 82,9 anni, 16,2 anni nel sistema scolastico e 42.840 dollari di Pil procapite. Si può dire che gran parte del merito va a Mario Draghi, 75 anni, presidente del Consiglio dal 13 febbraio 2021? Ci sarebbe poi un’altra domanda, cui nessuno, però, sa rispondere: quando finirà questo andazzo globale da gambero? Per ora abbiamo una sola certezza: il futuro è talmente imperscrutabile che tendiamo a vederlo nero. Ma qui viene in soccorso il grande Ernest Hemingway (1899-1961): "La prima e l’ultima cosa che devi fare in questo mondo è andare avanti senza che ti schiacci". Sottoscrivo!