Lorenzo Castellani La destra di governo dovrebbe abbandonare certe battaglie di retroguardia che non portano consensi, riducono la credibilità internazionale e non aiutano l’economia. L’intenzione del governo, fallita per le regole europee, di limitare l’obbligatorietà del Pos sotto una certa soglia e l’idea di spegnere lo Spid, interfaccia digitale per le operazioni amministrative, sono mosse che segnalano troppi retaggi corporativi, un’avversione pregiudiziale alla finanza, una eccessiva paura verso lo sviluppo tecnologico. Il progresso economico del paese non può essere messo a repentaglio da vecchie battaglie ideologiche e da piccoli favori legislativi a determinante categorie. Soltanto una mentalità politica anacronistica può pensare di opporsi alla diffusione di tecnologie globali in nome della difesa del cortile locale. È una lotta contro i mulini a vento, creata dal suo stesso partito, da cui Meloni deve fuggire. Non saranno i contanti e la polemica contro la finanza cattiva a salvare le piccole imprese, ma la riduzione del peso fiscale, della burocrazia e la creazione di infrastrutture più efficienti. Inoltre, da quando governa, Meloni ha con astuzia messo da parte il termine “conservatore”, che non si attaglia alla tradizione politica italiana, per connotare la propria offerta politica. Il Presidente del Consiglio dovrebbe invece rispolverare i termini di modernizzazione e sviluppo, nel solco del paradigma che fece grande l’Italia del dopoguerra. Allora il governo dovrebbe dire di sì alle infrastrutture strategiche, ai processi di digitalizzazione, al rafforzamento di politiche fiscali per favorire le imprese, a nuovi strumenti finanziari che permettano di veicolare il risparmio degli italiani verso le imprese. Fratelli d’Italia deve liberarsi dei propri tic ideologici, buoni forse per quando era un piccolo partito di opposizione ma non per governare bene l’Italia.