Martedì 23 Aprile 2024

Guai a sabotare anche lo sforzo diplomatico

Cesare

De Carlo

Apocalisse vicina? Lo ha detto Biden ma – come al solito – la Casa Bianca smorza, corregge, reinterpreta il suo presidente. L’escalation verbale alimenta lo spettro dell’escalation nucleare. E l’ucraino Volodymyr Zelensky farebbe bene a non gioire troppo. La semidistruzione del ponte fra Russia e Crimea non è solo l’ennesima umiliazione inflitta al più disastrato esercito del mondo. Sabota lo sforzo diplomatico per l’apertura di una finestra di opportunità. Ma forse questo è proprio ciò che a Kiev vuole il partito della guerra a oltranza. Con tanti saluti all’Europa confrontata con un inverno di gelo e recessione. Fra un mese – ecco la finestra – a Bali in Indonesia si svolgerà il G 20. Attesi il presidente americano e quello russo. Ci sarà un incontro? Risposta dello stesso Biden: vedremo. Sembra una disponibilità al dialogo con Putin, "tiranno, killer, macellaio". Obiettivo: una tregua. Il timore però è che la svolta finisca come quella tentata con Bin Salman, principe ereditario saudita, anche lui in precedenza ricoperto di insulti. Biden l’estate scorsa era a Riad. Sorrisi e pacche sulle spalle. Ma il saudita non aveva dimenticato. E l’altro giorno ha reagito con uno schiaffone. Si è allineato a Putin e anziché aumentare ha diminuito il petrolio destinato a Usa e Europa. Anche Putin ha la memoria lunga, vendicativa come il Raskolnikov del dostoevskijano Delitto e Castigo. Ma un summit potrebbe salvargli la faccia.

Ci sono altri due segnali. La Cia rivela al New York Times che la figlia di Dugin, primo consigliere di Putin, è stata uccisa dagli ucraini. Come i russi sostenevano. E contemporaneamente lo stesso Biden blocca le forniture a Zelensky di missili a lungo raggio in grado di colpire la Russia. Basterà per fare dell’opportunità una speranza? ([email protected])