Grillo (quasi) convinto: ci stiamo anche noi Ma al Senato i 5 Stelle sono una polveriera

Prima lo show con gli eletti, poi il confronto con Draghi. L’ex comico riprende in mano il Movimento con l’ennesima giravolta

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di Elena G. Polidori

L’ex comico che incontra il suo "Dracula", gli offre appoggio, ma a patto che si faccia un governo politico. E che le battaglie grilline non finiscano nel dimenticatoio. Ci saranno altri summit tra il presidente incaricato, Mario Draghi, e i 5 Stelle. Ma solo ieri Beppe Grillo, il fondatore, si è seduto al tavolo con "l’apostolo delle élite" (come lo ha definito il pentastellato duro e puro Alessandro Di Battista) per contrattare le regole d’ingaggio del Movimento 5 Stelle nel nuovo governo.

Un’ora di colloquio che poi, all’uscita, ha sintetizzato Vito Crimi: Grillo è scappato subito, come sempre, schivando le ‘pericolose’ domande della stampa. Una tra tutte: Giuseppe Conte che ruolo avrà d’ora in poi, nel Movimento e fuori? Al premier uscente, Grillo avrebbe consigliato di fare il ministro del Recovery plan, anticipando che, in caso di sua disponibilità, ne avrebbe proposto la candidatura a Draghi. Ma l’ormai ex premier ha detto con chiarezza di non voler entrare nel prossimo governo. È finita lì, sul tema, ma solo per il momento.

La delegazione dei 5 Stelle incontrerà Draghi di nuovo martedì pomeriggio (secondo giro di consultazioni prima che l’ex governatore sciolga la riserva), ma sul tavolo Grillo ha messo la disponibilità a sostenere solo un governo dotato di "solida maggioranza politica", che lo metta al riparo da criticità come quelle che hanno portato alla fine del Conte II. Un avviso che arriva dopo il placet della Lega, ma diretto soprattutto verso Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, vero macigno sul percorso dell’unità grillina nel nuovo governo Draghi.

E così, prima di andare a dire a Draghi che il sogno ecologista dei 5 Stelle non deve morire e che può tranquillamente sposarsi con una sana innovazione, che il reddito di cittadinanza va "migliorato", non buttato nel cestino, e che su ammortizzatori sociali, aiuto alle imprese, superbonus del 110% e sblocco dei licenziamenti i grillini non molleranno di un centimetro, "l’Elevato" ha arringato le sue truppe in un’assemblea dei parlamentari (un vero e proprio one man show di 45 minuti) in cui ha chiamato tutti, anche i più riottosi, al senso di responsabilità e a traguardare il tempo del movimentismo spicciolo.

"È il momento di essere responsabili – ha scritto Grillo, in un post sul suo blog – le fragole sono mature". Nel verticeassemblea ha citato radio Londra, come simbolo della resistenza e poi, su Facebook, ha fatto riferimento a Platone: "Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti".

Il Movimento, in estrema sintesi, si muove con i dem e Leu per salvaguardare l’alleanza del Conte II tanto che Grillo ha spiegato nell’assemblea di non aver detto né si, né no a Draghi. "Prima dovremo capire – spiegava ieri una fonte qualificata dei 5 Stelle – se ci sono davvero le condizioni per entrare nel governo". Il sì ufficiale del Movimento, dunque, arriverà solo la prossima settimana.

Come si diceva, l’ok di Salvini non convince i vertici stellati, l’idea di ritrovarsi come nel Conte I non piace a tanti, a partire dai senatori grillini che, su quel tasto, hanno alzato un vero e proprio muro. In ogni caso, sarà Draghi a fare le scelte, mentre Grillo con i suoi è stato chiaro: "Se non volete che questo governo nasca – sarebbe stato il ragionamento – dovete dirmelo subito". Risposta: "Beppe la situazione a Palazzo Madama è delicata, non sarà facile". È in Senato, infatti, che il dissenso potrebbe esplodere come una bomba, fino a produrre la scissione: una cinquantina di eletti storce il naso e si interroga sull’opportunità di questo salto nel vuoto. Senza paracadute.