Grillo l’Elevato richiama Di Maio: "Serve unità"

di Elena G. Polidori

ROMA

Più che una minaccia, una promessa; se il M5s continuerà sulla strada di laceranti scontri interni il Garante Beppe Grillo potrebbe decidere di chiudere tutto, abbassando per sempre la serranda su questa avventura politica, ovvero togliendo il simbolo a tutti. Per ricominciare – forse – con qualcosa di diverso, o forse no.

Dopo che lo guerra tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio ha superato i livelli di guardia, ieri, l’ex comico è uscito allo scoperto con un post in apparenza criptico, in realtà molto chiaro nel segnale al ministro degli Esteri: "Ci sono regole da rispettare: se si continuasse su questa rotta, non si faranno prigionieri". Naturalmente, si sono scatenate le interpretazioni. Nel messaggio dal titolo Cupio dissolvi (sopra la foto del post tratta dal film: Cercasi Gesù) , postato sul suo blog, Grillo ha scritto: "Una volta un padre venerabile (Bapu Ghandi) disse ai suoi “sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo“. Così egli (l’Elevato) non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande. Sicché rinunciò a sé per consentire il passaggio dall’impossibile al necessario". Quindi, il monito: "Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei). Il necessario è saper rinunciare a sé per il bene di tutti, che è anche poter parlare con la forza di una sola voce".

Il messaggio ha avuto l’effetto di un’ulteriore scossa tellurica sul corpaccione del Movimento. L’ala contiana ha letto il post come un appello per blindare la leadership dell’ex premier: "Quando Grillo dice che bisogna accettare “ruoli e regole“ si riferisce chiaramente a Di Maio, che sta contestando la leadership di Giuseppe". Interpretazione che appare in linea con quella fornita dallo staff di Grillo: "La “sola voce“ che il post richiama è quella del capo politico, Conte". Ma la compagine che fa capo al ministro degli Esteri Di Maio (che ieri ha avuto un lungo incontro al Mise con il ministro Giorgetti: entrambi sono corteggiati da sirene centriste, ndr), non è d’accordo. E ha posto l’accento sul ruolo di "mediatore" svolto dall’ex comico. Aggiungendo: "È chiaro a tutti adesso che non c’è la volontà di aprire una riflessione interna, così come auspicato da Di Maio". Insomma, le distanze tra il leader e il titolare della Farnesina rimangono siderali, con Conte che cerca di ribadire la sua leadership non solo intimando ai ministri M5s di lavorare per ottenere lo scostamento di bilancio, pure rivendicando d’aver "scongiurato che l’azione di governo fosse minata dalle elezioni del Quirinale; se il premier Draghi fosse stato indicato per il Colle, oggi ci sarebbero ancora vertici per discutere le caselle di un nuovo esecutivo in una situazione di emergenza economica e sanitaria che impone alla politica di non fermare i motori nemmeno un giorno".