Grillini spiazzati, il Pd prende tempo Mancino: il processo non andava fatto

L’ex ministro assolto nel 2018. L’ex FI Napoli: qualcuno paghi i danni alle istituzioni

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La sentenza di Appello sulla trattativa Stato-mafia scatena le reazioni politiche. L’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino (foto), assolto già in primo grado dall’accusa di falsa testimonianza, è soddisfatto: "Il processo sulla trattativa è stato spazzato via da una sentenza scrupolosa. L’intera vicenda giudiziaria non doveva mai iniziare". E adesso, "chi risarcirà – si chiede l’ex forzista Osvaldo Napoli – il danno provocato alle istituzioni della Repubblica? Qualcuno pagherà?". La sentenza di Palermo viene digerita con cautela dal mondo politico, con la sinistra e il M5s spiazzati da un esito inatteso, che cancella con un colpo di spugna anni di propaganda contro Berlusconi e il co-fondatore di FI, Marcello Dell’Utri. "Le sentenze si rispettano – il pacato commento M5s –. Attendiamo di conoscere le motivazioni". Poi, però, rilanciano: "Da un passaggio del dispositivo della sentenza si evince che le assoluzioni di De Donno, Mori e Subranni sarebbero ricondotte alla consueta formula ‘perché il fatto non costituisce reato’. Quindi tutto lascia intendere che i fatti siano confermati e questo per noi fa sì che a livello politico e istituzionale rimangano intatte tutte le responsabilità emerse".

Parole simili a quelle del leader Pd, Enrico Letta: "Su temi così complessi erve leggere le motivazioni e i ragionamenti fatti. Sicuramente sarà una sentenza che farà molto discutere, non ho nessun dubbio". Come non ne ha Matteo Salvini: "Felice per l’assoluzione di chi ha servito lo Stato ed è stato ingiustamente accusato per anni. Ennesima prova del fatto che una vera e profonda riforma della giustizia, tramite i referendum promossi dalla Lega, è necessaria".

Elena G. Polidori