Greta Beccaglia torna in mezzo ai tifosi. "Non dormo più, ma sono qui"

Daspo ai due uomini che l’hanno molestata. La giornalista: "Voglio solo fare il mio lavoro"

Le 18 di un pomeriggio diverso da quelli di una settimana fa. Sono le 18 quando Greta Beccaglia si riavvicina a uno stadio e cammina in mezzo alla gente, ai tifosi. L’ultima volta era stato sabato a Empoli, quando la sua carrellata di interviste ai tifosi si era trasformata in un tornado. Le molestie, la paura, le denunce, il mondo che le riversa addosso solidarietà e abbracci virtuali. Tailleur azzurrino e giaccone color panna, Greta è ospite di Rocco Commisso, il proprietario della Fiorentina. L’ha voluta in tribuna per la sfida contro la Sampdoria ed è stato proprio il numero uno del club ad accoglierla. Ci sono i primi sorrisi dopo giorni di tensione. Da sabato sera, Greta è finita in un vortice. Interviste, contatti, ‘sentenze’ e solidarietà rilanciate dai social. "Commisso mi ha chiesto scusa a nome del tifoso – è il suo racconto –. È stato carino e mi ha espresso la sua solidarietà. Adesso vorrei ricominciare a lavorare, perché il mio obiettivo è di tornare alla normalità…".

Già, la normalità. Concetto complicato dopo i fatti che l’hanno travolta. Mille dirette su tutte le reti tv e radio nazionali e una full immersion di interviste qua e là per l’Italia stravolgono giornate e programmi. È inevitabile. "Ora torno a lavorare… non dormo da tre giorni", ripete mentre va ad accomodarsi al posto che le ha riservato la Fiorentina. È nella prima fila delle poltroncine ospiti-vip, Greta Beccaglia.

Poco prima di incontrare Commisso e sedersi in tribuna, Greta aveva compiuto il suo primo passo verso la normalità. Un collegamento per la sua tv, Toscana Tv, con i tifosi per raccontare il prepartita. "Spero che quello che è successo – le sue parole – possa cambiare qualcosa. Sono stata fortunata, visto che ci sono le immagini e questo mi ha permesso di avere la testimonianza di quanto successo".

In curva solo un messaggio che in qualche modo la riguarda: "Prima razzisti, poi sessisti, ma mai giornalisti" recita uno striscione che parte dal caso (di razzismo) Koulibaly al caso Beccaglia. Vede il primo tempo. Poi, poco prima che inizi la ripresa, Greta Beccaglia saluta. "Ho avuto tanto sostegno dagli uomini e dalle donne e non posso che dire grazie a tutti. Come si svilupperà la vicenda? Non lo so".

Le indagini: dopo il ristoratore marchigiano, individuato il secondo tifoso viola per la doppia aggressione sessuale. Per entrambi, denunciati in procura per violenza sessuale, è scattato il daspo, misura di prevenzione per contrastare la violenza negli stadi; provvedimenti amministrativi emessi in tempo record dal questore Filippo Santarelli, neanche 72 ore dai volgari e ignobili palpeggiamenti. Ad Andrea Serrani, 45 anni di Ancona, il primo a essere identificato, segue Tommaso Consoli, 48 anni, di Reggello (Firenze). Tre anni di inibizione per il tifoso viola marchigiano, due per il fiorentino. Avvisato della sua posizione di indagato, Consoli ha protestato: "Non l’ho neanche sfiorata". Ma nel dispositivo della questura si parla di "autore del grave gesto a sfondo sessista" e di "pericolo che possa reiterare gesti analoghi durante altre manifestazioni sportive".