Mercoledì 24 Aprile 2024

Greta e Alessio massacrati dal papà Ufo e vaccini, i deliri dell’assassino

Rossin, suicida dopo aver accoltellato i figli, due anni fa era stato in cura per disturbi psichiatrici. Lo strazio dell’ex moglie: "Faceva discorsi fuori dalla realtà e temeva di non poter più vedere i bimbi"

di Andrea Gianni

MESENZANA (Varese)

Nei deliri di Andrea Rossin, l’uomo che all’alba di giovedì ha ucciso nel sonno i figli di 13 e 7 anni, Giada e Alessio, si mescolavano farneticazioni sui vaccini, timori ingiustificati che gli potessero "portare via i figli". Suggestioni sugli alieni, depressione, una "gelosia ossessiva" e un avvicinamento alla religione. "Mi diceva che ero cambiata a causa della terza dose del vaccino, che il mio Dna era cambiato", ha raccontato ai carabinieri la compagna, Luana, 35 anni, madre delle vittime. Andrea Rossin "non lavorava più ed era convinto che tutti lo controllassero", aveva preso contatti con gruppi che "studiano gli alieni", ultimamente si era anche avvicinato alla Chiesa Evangelica di Luino.

Uno squilibrio mentale che si era aggravato negli ultimi mesi, ma che covava da tempo fra le mura della casa di Mesenzana, paese di circa 1500 abitanti nell’Alto Varesotto. Risale a due anni fa un ricovero in ospedale per disturbi psichici del 44enne, alle spalle alcuni problemi di droga, che si guadagnava da vivere con lavori saltuari in imprese e cantieri della vicina Svizzera e dei paesi che dalle prealpi varesine scendono verso il lago Maggiore. Dopo le dimissioni gli erano stati prescritti dei farmaci, ma non risultava in cura in nessuna struttura sanitaria. Un disagio noto solo ai familiari e alle persone più vicine.

Lui "rifiutava di farsi curare", ed era precipitato sempre più nei suoi deliri. "Me ne sono andata perché non ne potevo più, ero arrivata al limite e avevo paura di lui e dei suoi comportamenti, era diventato ossessivo e paranoico", ha spiegato Luana, 35 anni, cassiera in un supermercato. "Andrea temeva che dopo la separazione non gli avrebbero fatto più vedere i figli – ha proseguito – ma era un pensiero assolutamente fuori dalla realtà. Se avessi sospettato un pericolo per i miei figli non li avrei mai fatti andare da lui, li avrei protetti". Luana era andata a vivere dalla madre a Brissago Valtravaglia, un paese poco lontano da Mesenzana, 15 giorni fa. La separazione era fresca, e la gestione dei figli non era ancora finita sui tavoli di giudici e avvocati. Di comune accordo il padre poteva continuare a vedere Giada e Alessio, mercoledì li aveva invitati a Mesenzana. All’alba di giovedì li ha sorpresi nel sonno e li ha colpiti al cuore con un coltello da cucina. Prima di uccidersi con la stessa arma, da suo telefono cellulare sarebbe partita anche una telefonata, alle 7. Non ha lasciato bigliettini, o messaggi per spiegare il suo gesto. A scoprire i cadaveri è stata la madre, Luana, che era andata a prendere i figli per accompagnarli a scuola. Attorno alle 8 sono arrivati i soccorritori, che non hanno potuto fare altro che registrare il decesso e riscontrare quelle "vistose macchie ematiche" e quelle "lesioni da taglio" che raccontano una tragedia. I carabinieri di Luino e Varese stanno cercando di ricostruirne i contorni, anche attraverso il racconto della compagna (sotto choc in ospedale), dei parenti e del medico di base dell’uomo. Alle spalle nessuna denuncia, o richieste di aiuto rivolte ad amici e familiari. Rossin, secondo chi lo conosceva, voleva bene ai suoi figli e in passato non era mai stato violento con loro. Ha voluto annientare se stesso e il suo mondo, trascinando nel buio due vite innocenti. Martedì si terrà l’autopsia, poi i funerali dei bimbi. Restano da chiarire alcuni aspetti, tra cui l’ipotesi che l’uomo possa aver narcotizzato i figli.