Roma, 10 agosto 2021 - Una circolare del Viminale fa finalmente luce sul nodo Green Pass e controllo documenti in ristoranti e altre attività. L'obbligo per gli esercenti riguarda solo la certificazione verde, mentre "la verifica dell'identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione". Inoltre - prosegue il testo firmato dal capo del gabinetto Bruno Frattasi - "nelle suindicate fattispecie l'avventore è tenuto all'esibizione del documento di identità". Tuttavia la procedura di verifica "dovrà in ogni caso essere svolta con modalità che tutelino anche la riservatezza della persona nei confronti dei terzi".
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La circolare segue di 24 ore le dichiarazioni del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ieri aveva spiegato come ristoratori e titolari di attività non siano tenuti a chiedere il documento d'identità per verificare la corrispondenza con il Qr code esibito.
Le multe
Resta invece fermo il punto secondo cui le multe, in caso non si accerti la corrispondenza tra il certificato e l'identità del possessore, "la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell'esercente".
Cinema, teatri e stadi
La circolare chiarisce poi che non si deve esibire il documento di identità per entrare al cinema o nei teatri. Per gli spettacoli e gli eventi sportivi "possono essere abilitati alle verifiche i cosiddetti steward, ossia il personale iscritto negli appositi elenchi dei questori, il cui impiego in servizi ausiliari delle forze di polizia è previsto negli impianti sportivi".
La circolare in Pdf
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Il Garante della Privacy
In merito alla questione oggi si era pronunciato anche il Garante della Privacy, chiamato in causa dall'Autorità dalla Regione Piemonte. Anche "i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi" possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità, precisava il Garante citando il Dpcm dello scorso 17 giugno scorso "salvo ulteriori modifiche che dovessero sopravvenire".
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I ristoratori
"Ci auguriamo che la nostra 'richiesta' della carta di identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell'ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale", avverte il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi. E nel caso di sanzioni anche per i gestori, aggiunge: "Valuteremmo dei ricorsi, ma sarà il nostro Consiglio direttivo a decidere".