Green pass cambia ancora: nuove regole in arrivo. Il paradosso dei positivi al Covid

Il Dpcm sarà pronto al massimo entro giovedì, dopo l’ok del Garante della Privacy. Le banche dati, anche dei tamponi, si parleranno

Positivi al Covid ma con Green pass perfettamente valido. È un paradosso ma un paradosso molto pericoloso. Una soluzione è attesa a giorni, probabilmente giovedi. Il ministero della Salute e il Garante della Privacy si sono scambiati già due testi, l’ultimo ieri a mezzogiorno, che recepiva alcune osservazioni, e il via libera del Garante è atteso per la prossima settimana. I titolari di Green pass che risultano positivi finiranno in una black list unica nazionale fino a che non saranno guariti e comunque fino al completamento della quarantena. Chi ha il Green pass valido non dovrà temere nulla, chi ha nascosto un tampone positivo vedrà scattare il “rosso“ al primo controllo.

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Migliaia di positivi “verdi“

Secondo alcune fonti ministeriali le persone con Green pass rafforzato positive al Covid sono stimate in "alcune decine di migliaia", e altrettante quelle con Green pass ottenuto con tampone. Il problema è che il meccanismo, già previsto nel Dpcm di giugno, non funzionava bene. Alcuni erano inconsapevoli, come dimostra il caso di una minorenne toscana, che è stata infettata da un compagno di scuola, proprio nei giorni in cui riceveva la seconda dose. Ma fino a che la notizia dell’amico contagiato e asintomatico non ha fatto scattare l’allarme e i tamponi in tutta la classe, lei ha continuato ad andare a scuola, in palestra, al ristorante. E per giorni il suo Green pass è risultato assolutamente verde. Ma in alcuni casi, gravi, il silenzio è voluto: l’interessato sa, ma evita di comunicarlo per non perdere il Green pass, sperando di guarire presto. Un azzardo serio.

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Che succede ora?

Il Garante della Privacy aveva segnalato il problema da tempo e ora il ministero della Salute ha deciso di intervenire per rendere effettivo quanto previsto dall’articolo 8 del Dpcm Green Pass di giugno e rimasto lettera morta. Ci sarà, come chiesto dal Garante, il collegamento dell’app “Verifica C19“ con il database nazionale. I dati delle Regioni saranno incrociati e finiranno in una lista nazionale e chi è risultato positivo a un tampone, o a maggior ragione viene curato a casa o in ospedale per il Covid 19, vedrà il suo Green pass “congelato“ fino alla guarigione e ad avvenuta quarantena. Niente più furbetti del certificato, ma più garanzie per tutti di non trovarsi fianco a fianco con un positivo.

Ecco il nuovo decreto

Nell’eventualità che dai tamponi molecolari inviati dalle Regioni o per segnalazione dei servizi sanitari regionali e dei medici risulti la positività di una persona in possesso di certificazione verde – prevede la bozza del decreto – il sistema di tracciamento "comunica la positività alla piattaforma nazionale che genera una revoca delle certificazioni verdi (che saranno comunicate anche al Gateway europeo) e informa l’interessato. La revoca verrà annullata automaticamente a seguito di guarigione".

Negli alberghi basta il Green pass base

Il Garante della Privacy, dopo le segnalazioni di cittadini che lamentano la richiesta da parte di albergatori o datori di lavoro del “Green pass rafforzato“ invece che la versione base, ha chiarito che "non vi è alcun obbligo di possedere il cosiddetto ‘’Super green pass’’ per i clienti degli alberghi, i lavoratori o, ad esempio, gli accompagnatori dei pazienti negli ospedali". L’uso della app per il Super green pass per queste categorie di soggetti è dunque "illegittimo". Chi ha effettuato un tampone può quindi legittimamente accedere all’albergo o al luogo di lavoro