Green pass per lavorare, altolà di Orlando

Il ministro avverte Confidustria: "No a proposte unilaterali". Anche i sindacati fanno muro: "La decisione spetta al governo"

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Come era prevedibile, l’ipotesi di Confindustria su un green pass anche nelle fabbriche, forse nell’intenzione di spronare il governo a misure più restrittive in termini di prevenzione dei contagi sui luoghi di lavoro, trova l’opposizione rinnovata dei sindacati. Accanto a loro si schiera anche il presidente della Camera, Roberto Fico, contrario alla proposta filtrata dagli industriali. E dice no anche all’ipotesi di subordinare l’accesso dei parlamentari alle Camere all’avvenuta vaccinazione. Chiarisce: "È impossibile chiedere chi si è vaccinato e chi no. Io, per quanto mi riguarda mi sono vaccinato". Prudente il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: "Attendiamo cosa dirà il Cts ma credo che la discussione non sia su cosa sia meglio in assoluto ma cosa si può fare per evitare di dover limitare delle attività, per continuare a svolgere tutte le attività che abbiamo riconquistato, quindi che cosa è necessario fare in sicurezza è la domanda da porsi. Se in alcuni casi specifici alcune attività necessitano del green pass, del tampone, valutiamo quali sono queste attività e valutiamo come utilizzare questi strumenti". Ribadisce: "No a proposte unilaterali".

Riserve arrivano anche da un’altra delle associazioni di categoria, la Coldiretti, che mette in guardia sulla possibilità di avere scarsità di raccoglitori e di approvvigionamento alimentare. Il tema resta in ogni caso divisivo al momento, come l’obbligo vaccinale di altre categorie di lavoratori, ad iniziare dagli insegnanti e dal personale della scuola dove l’attesa degli ultimi giorni dovrebbe servire a convincere gli operatori del settore prima di prendere in considerazione una stretta ulteriore.

La Cgil interviene con il suo segretario generale, Maurizio Landini, sottolineando che Confindustria non può decidere su questioni demandate alla sola responsabilità dell’Esecutivo. "Spero che sia il caldo", commenta il leader di Corso d’Italia la proposta sul Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro. Poi spiega: "In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza".

Landini aggiunge: "Certamente una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo". Per la Cisl "il ruolo delle parti sociali è favorire in maniera responsabile la vaccinazione in tutti i luoghi di lavoro e nelle aziende che si sono rese disponibili a costituire hub vaccinali aggiuntivi a quelli della sanità pubblica, come avevamo sottoscritto il 6 aprile scorso insieme alla Confindustria ed alle altre associazioni imprenditoriali. Porre dei vincoli di accesso ai luoghi di lavoro mediante il green pass non rientra nel perimetro del protocollo ed in ogni caso è una modalità discriminatoria di controllo che non può essere imposta con una circolare alle aziende". Per il governo interviene la sottosegretaria all’Economia, Cecilia Guerra, aprendo sostanzialmente ad un green pass nella scuola e affermando che per il resto la decisione debba essere presa dal governo e non dai datori di lavoro autonomamente. "Non arriveremo all’obbligo della vaccinazione per tutti i cittadini", sottolinea, aggiungendo come in questo contesto "le decisioni vadano prese congiuntamente". Per gli insegnanti e il personale scolastico il confronto è in atto "ma è chiaro che nei luoghi dove non ci può essere distanziamento va fatta una riflessione".