Green pass e mascherine sul lavoro: le regole dall'1 maggio

La certificazione verde va in archivio quasi ovunque: ecco dove resta l'obbligo. Cosa cambia per i dispositivi di protezione? Incertezze e punti fermi

Green pass: fine dell'obbligo

Green pass: fine dell'obbligo

Roma, 27 aprile 2022 - Si avvicina la data della svolta nell'era delle restrizioni anti-Covid: dal 1 maggio infatti viene di fatto messo in archivio il Green Pass. La certificazione verde, anche se resterà attiva non sarà più richiesta: questo vale anche per gli uffici e in generale sul posto di lavoro. Ci sono però delle eccezioni: in alcuni casi i lavoratori dovranno continuare ad esibire la certificazione. Quando? E quali saranno le nuove regole sulle mascherine al chiuso per chi lavora? Vediamo i dettagli, con una premessa: per quanto riguarda le mascherine non ci sono ancora certezze. 

Green Pass sul lavoro: ospedali e Rsa

L'obbligo di esibire il green pass viene meno a partire dal 1 maggio. Scade infatti il 30 aprile la norma che impone ai lavoratori di essere in possesso almeno della certificazione base. Il vaccino non era più richiesto già dall'1 aprile: dall'1 maggio non servirà neanche il tampone. Come anticipavamo, però, ci sono delle eccezioni, che riguardano i lavoratori della Sanità. Lo ribadisce oggi il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: "Negli ospedali si continua a mantenere l'obbligo di vaccinazione fino a fine anno e, per coloro che non lo rispettano, non ci sarà la possibilità di essere reintegrati sul posto di lavoro. Questo è rimasto un punto fermo del Governo". Non solo ospedali, ma anche strutture sanitarie in genere e Rsa: qui per medici, infermieri e personale sanitario resterà obbligatorio il Super green pass, e cioè quello che si ottiene con il ciclo completo di vaccinazione oppure con una guarigione recente da Covid. Per chi sarà sprovvisto scatterà la sospensione dal lavoro e dallo stipendio fino al 31 dicembre 2022. Il green pass rafforzato sarà richiesto anche ai visitatori, non ai pazienti (come succede anche adesso). 

IN VATICANO - Un'altra eccezione è rappresentata dallo Stato Vaticano, dove l'obbligo del green pass versione super resta fino a nuove disposizioni per tutto il personale e i partecipanti a convegni e seminari. 

Mascherine al chiuso, verso proroga dell'obbligo dopo l'1 maggio: ecco dove e per quanto

Mascherine sul lavoro: il punto

Ancora controversa la questione delle mascherine al chiuso sul lavoro. Dal governo sono arrivate le prime indicazioni ma ancora una decisione puntuale non è stata presa: è attesa giocoforza entro questa settimana. L'obbligo di indossare il dispositivo al chiuso scade infatti il 30 aprile. 

Le ultime parole su questo tema le ha spese oggi ancora una volta il sottosegretario Andrea Costa: l'orientamento dell'esecutivo sarebbe quello di prorogare di un mese l'obbligo di mascherine al chiuso ma solo in alcuni luoghi, come sui mezzi di trasporto (treni e arei), nei cinema e a teatro; va da sé che i lavoratori di questo settore sarebbero tenuti a continuare a usare il dispositivo. Negli altri casi si passerebbe alla semplice raccomandazione.

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Ma in generale quali saranno le regole sul lavoro? 

SANITA' E SCUOLA - Le uniche certezze riguardano la Sanità e la Scuola: il personale delle strutture sanitarie (ospedali, cliniche e Rsa) sarà ancora obbligato a indossare la mascherina, così come quello scolastico (fino alla fine dell'anno, a giugno). 

L'altro sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri ieri parlava di proroga dell'obbligo anche per gli uffici a rischio assembramento. Potrebbe essere il caso delle Poste Italiane per esempio. Per i privati la questione è più complessa, un'ipotesi è che l'obbligo venga sostituito dalla raccomandazione oppure che la disciplina in materia venga demandata ai responsabili della sicurezza delle singole imprese. In sostanza sull'obbligo deciderebbe l'azienda.  Sul mondo del lavoro "si sta ancora discutendo per arrivare a trovare una sintesi", dice Costa ma "credo diventi difficile e complicato andare a regolamentarlo". 

PUBBLICO E PRIVATO  - Solo giorni fa sembrava destinata a prevalere nel governo una linea più cauta con la sospensione dell'obbligo di green pass e il mantenimento di distanziamento e mascherine. Oggi l'agenzia Agi prevede una distinzione tra lavoro pubblico e privato, con il primo che imporrebbe ancora l'obbligo, mentre nel privato starà al datore di lavoro decidere, in base alle condizioni (considerando le differenze sul rischio contagio, ad esempio, tra una catena di montaggio o un open space e una stanza d'ufficio con solo due persone), e ovviamente al contatto con il pubblico.