Green pass, Regioni: rischio caos dal 15 ottobre. Salvini: "Durata salga a 72 ore"

Il leader della Lega in pressing: "Evitare blocchi e licenziamenti è fondamentale". Forza Italia: "Valutare l'obbligo vaccinale". Appello dei governa

Matteo Salvini (ImagoE)

Matteo Salvini (ImagoE)

Roma, 9 ottobre 2021 - Manca meno di una settimana al 15 ottobre, l'ora 'x' in cui il Green pass diventerà obbligatorio per i lavoratori, sia pubblici sia privati. E oggi da più parti si sottolineano i rischi di una situazione che potrebbe degenerare nel caos.  A dare fuoco alle polveri è il leader della Lega Matteo Salvini che su Twitter rilancia la possibilità di "allungare la durata minima del Green Pass" a 72 ore. La validità del tampone è al momento a 48 ore per il rapido e a 72 per il molecolare. Per il numero uno del Carroccio allargare le maglie non solo sarebbe "possibile", ma anche "doveroso e previsto dall'Europa". Per Salvini "evitare caos, blocchi e licenziamenti il 15 ottobre è fondamentale". 

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Le Regioni

L'uscita di Salvini anticipa di pochi minuti la richiesta delle Regioni che - sulla falsariga del leader della Lega - invitano il Governo a riorganizzare il sistema dopo l'esecuzione dei tamponi, allungando ulteriormente i tempi di validità e dando la possibilità alle imprese di organizzarsi anche autonomamente per l'esecuzione dei test, in aggiunta al supporto delle farmacie. Anche i governatori paventano il rischio caos. Mercoledì 13 ottobre il tema potrebbe essere affrontato in Conferenza delle Regioni.

La proposta di Salvini può creare solo confusione nelle persone, ne è convinto l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato: ''Sono fortemente perplesso in merito alla proposta di deroghe a pochi giorni dall'obbligo del green pass. Il rischio è di disorientare i cittadini, che sono consapevoli dell'obbligatorietà fissata il 15 di ottobre già da molte settimane. Il punto fondamentale è fare i vaccini non tanto quello di chiedere deroghe. La questione va affrontata in maniera pragmatica''. 

Forza Italia

Sulla questione interviene anche Forza Italia che suggerisce però una strada diversa al premier Draghi. La presidente dei senatori Anna Maria Bernini in una nota scrive: "Va valutata davvero molto seriamente da parte del governo l'opportunità di introdurre l'obbligo vaccinale, perché non si può rischiare di compromettere da una parte la salute pubblica e dall'altra la ripresa economica". E aggiunge: "Lo abbiamo sempre considerato una misura estrema, che ora va presa in seria considerazione". Quindi conclude: "Green Pass si è dimostrato il passepartout per uscire dalla pandemia" ma "purtroppo sono milioni nella fascia di età lavorativa" i non vaccinati e "ora rischia di creare il caos nelle aziende per il numero abnorme di tamponi" necessari.

Smart working e Pa

Sul tema Green pass è tornato oggi anche il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Il combinato tra certificato verde e ritorno al lavoro in presenza nella pubblica amministrazione significherà "che intere parti delle nostre città ricominciano a vivere" e a consumare, ha detto Brunetta. "vuol dire reddito, molto probabilmente nell'ultimo trimestre di questo 2021 avremo un boom" e "molto probabilmente il tasso di crescita non sarà del 6% ma di più, 6,2-6,3". Il ministro prevede "un effetto di trascinamento molto di questo anno sul prossimo". E ancora: "È molto probabile che il 2022 partendo da questa eredità positiva dia una sorpresa positiva di crescita attorno al 5%, non al 4,5%".