Green pass, il giallo dell'eterologa: "Mi hanno scritto che vale uno"

Un problema per gli spostamenti all’estero e l’ingresso in quei Paesi che richiedono di aver completato il ciclo di vaccinazione. Problema anche sui guariti. Il ministero: "Stiamo risolvendo, spediti 600mila tra messaggi e mail"

Green pass, gli aggiustamenti da fare

Green pass, gli aggiustamenti da fare

Roma, 1 luglio 2021 - L’ultima grana sul Green pass è scoppiata sulla vaccinazione eterologa, sdoganata dall'Aifa il 13 giugno. C’è chi, pur avendo completato il ciclo, si è visto recapitare un certificato che registra una sola dose. La cosa diventa inevitabilmente un problema per gli spostamenti all’estero e l’ingresso in quei Paesi che richiedono l'intero ciclo di vaccinazione. Il problema riguarda anche i guariti, che da disposizioni ministeriali devono fare una sola dose. Dal dicastero di Speranza fanno sapere: "Tra ieri sera e questa mattina abbiamo spedito oltre 600mila messaggi, tra mail e sms, alle persone che erano in questa condizione, con il codice per avere la certificazione completa. C'era un problema di organizzazione del sistema informatico, questo tipio di informazione era di integrazione più complessa. Sull'eterologa c'è un altro problema ancora, è in via di risoluzione".  Secondo il ministero, stanno provvedendo le Regioni.

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Il tutto, mentre il governo deve ancora decidere se irrigidire le regole. Al momento in Italia la carta verde indispensabile per partecipare ad esempio a matrimoni e concerti o entrare nelle Rsa  viene rilasciata dopo 14 giorni dalla prima dose. Ed è sufficiente ad esempio per andare in Croazia. Mentre il Green pass europeo, attivo da oggi, richiede un ciclo vaccinale completo. In questa incertezza, si stanno verificando casi di cittadini italiani immunizzati con l’eterologa ma registrati sul 'passaporto' per i viaggi come se avessero fatto una sola iniezione. Con una didascalia finale che recita più o meno così: 'Certificazione valida fino alla prossima dose'.

Un genovese intervistato a Radio24 nel programma 'Uno nessuno 100Milan' ha elencato una serie di domande che al momento restano tali.  "Ho cercato informazioni online, anche sui siti messi a disposizione dal ministero - ha spiegato -. Non ho ricevuto risposta e soprattutto non ho trovato molte spiegazioni". Si è scritto di un altro caso nella provincia di Savona, una coppia sarebbe stata respinta al confine della Francia. Il punto resta sicuramente tra quelli da sistemare. Da capire la dimensione del fenomeno, il numero dei cittadini guariti è sicuramente superiore rispetto a quello di chi si è vaccinato con l'eterologa. 

Tra le tante segnalazioni arrivate sull'account Twitter dell'app Io, uno dei canali sui quali è possibile ricevere il documento, c'è anche questa: "Ho fatto una sola dose di vaccino perché ho avuto il Covid e nella certificazione verde invece mi compare dosi 1/2, come si può risolvere?". Risposta: "Suggeriamo di contattare l'assistenza indicata nel sito del ministero".

Il costituzionalista Alfonso Celotto la vede così: "Sul Green pass non c'è ancora chiarezza. La Commissione europea si è raccomandata perché da oggi valesse in tutti gli Stati la stessa regola, quindi vaccinazione con doppia dose. Anche se in Italia il documento viene rilasciato dopo la prima. Stessa cosa in Croazia". Insomma, la confusione è grande. E il problema non è proprio irrilevante, "perché gli italiani con una dose sono 50 milioni, con due dosi scendono a  13 milioni". Ma perché fare due vaccini diversi vale per uno? "Non c’è chiarezza se l’eterologa valga come vaccinazione completa o solo come prima dose", risponde Celotto. Aggiunge: "Stiamo parlando di un certificato che riguarda 55 milioni di persone, salvo i bambini sotto i 6 anni. Tutti gli altri per muoversi devono essere guariti, vaccinati o aver fatto il tampone. La situazione è delicata".  Intanto Asl e Regioni continuano a ricevere segnalazioni di cittadini, che vengono riversate al centro. "Il ministero conosce bene il tema - spiegano dagli uffici di Alisa, l'agenzia sanitaria ligure -. E' un problema informatico, questione di anagrafe e di flussi. Va trovata una soluzione tecnica. I tempi? Non li conosciamo. Non è di nostra competenza, noi abbiamo solo girato le chiamate  a Roma". All'Asl di Bologna fanno sapere che sono arrivate un centinaio di segnalazioni ai call center, riguardano quasi esclusivamente persone guarite  dal Covid. I cittadini hanno chiesto come poter rimediare, l'azienda sanitaria ha inviato i nomi al ministero. Il sistema dovrà caricarli. Serve ancora tempo.