Venerdì 19 Aprile 2024

Processo Green Hill: condannati i responsabili dell'allevamento

Condannati i responsabili dell'allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione scientifica chiuso a Montichiari nel luglio 2012.

Beagle (Fotolive)

Beagle (Fotolive)

Milano, 23 gennaio 2015  - Condannati tre dei quattro imputati nel processo Green Hill, così ha deciso la prima sezione penale del tribunale di Brescia. 

Un anno e sei mesi a Ghislane Rondot, co-gestore di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, e a Renzo Graziosi, veterinario. Un anno al direttore Roberto Bravi.

"La sentenza di condanna di Green Hill è un riconoscimento a tutte e tutti coloro che in tanti anni hanno partecipato a manifestazioni a Montichiari e in tante altre parti d'Italia e del mondo, hanno digiunato, firmato petizioni, realizzato inchieste giornalistiche, presentato denunce, scavalcato barriere fisiche e ideologiche che difendevano l'indifendibile". Così Gianluca Felicetti, presidente di Lav, ha commentato la sentenza di condanna nei confronti di tre dei quattro imputati nel processo Green Hill. 

Assolto Bernard Gotti, co-gestore dell'allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione scientifica e chiuso nell'estate 2012. Il tribunale ha disposto un risarcimento di trentamila euro per la Lav disponendo anche il divieto per i condannati di allevare cani per i prossimi due anni. Le condanne sono state più leggere rispetto alle richieste del pm Ambrogio Cassiani che aveva chiesto pene dai due anni ai tre anni e sei mesi.

BRAMBILLA: GRANDE VITTORIA  - "La sentenza di Brescia è una grande vittoria, un traguardo di straordinaria importanza": così l'onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, ha commentato la sentenza su Green Hill che riconosce "il principio secondo cui, anche nel contesto di massimo sfruttamento economico e per scopi asseritamente scientifici, gli animali vanno rispettati e tutelati, come prevede la legge". "Da questo punto di vista - prosegue l'ex ministro - la sentenza ha una portata storica e suggella degnamente una vicenda emblematica per l'opinione pubblica, non solo del nostro Paese. Green Hill era davvero il 'canile lager' che avevamo denunciato, contro il quale hanno manifestato decine di migliaia di persone. È una vittoria dell'accusa, ma anche di tutti coloro che amano gli animali e di tutti i poveri cani che hanno perduto la vita o hanno vissuto una non-vita tra le mura dello stabilimento di Montichiari. Fortunatamente, grazie alla legge che ho scritto, non avremo sul nostro territorio altre 'fabbriche di mortE'. E questa è una seconda, importante ragione di soddisfazione". "Non possiamo dire altrettanto - aggiunge l'on. Brambilla - delle pene comminate. I responsabili non sono stati puniti come avrebbero meritato, ma è risaputo che il nostro codice penale è ancora troppo 'mite' con gli autori di reati a danno degli animali. Riflettano il governo e i parlamentari che in questi giorni esaminano il decreto sulla 'non punibilità per tenuita del fatto': se le norme proposte fossero state in vigore, reati come quelli commessi a Green Hill probabilmente sfuggirebbero a qualsiasi forma, anche tenue, di punizione".

LEGAMBIENTE: UN SUCCESO FIGLIO DI UN NOSTRO ESPOSTO  - "Accogliamo con grande gioia la sentenza di condanna, emessa oggi dalla prima sezione penale del tribunale di Brescia, nei confronti dei responsabili dell`allevamento di Green Hill di Montichiari. Il successo di oggi è figlio di quell`esposto che Legambiente tre anni fa ha fatto contro l`allevamento di beagle, al quale è seguito il sequestro ordinato dalla Procura della Repubblica di Brescia delle strutture e di tutti i cani presenti nell`allevamento. Un risultato, quello arrivato oggi, che rappresenta una storica vittoria ed un prezioso riconoscimento per tutti coloro che si sono impegnati per salvare i cani, per chiedere la definitiva chiusura della struttura dove venivano maltrattati ed uccisi gli animali". Lo dichiara in una nota Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente. Legambiente ricorda che i beagle di Green Hill erano destinati alla sperimentazione animale nei centri di ricerca e nelle università italiane ed estere. "I tremila cani, oggetto di sequestro, - continua Muroni - sono stati adottati da tante famiglie che li hanno adottati grazie all'intervento di Legambiente e Lav che hanno gestito la difficile fase di affido e la successiva adozione. Tutto è andato per il meglio grazie al costante lavoro di decine di volontari, associazioni, ed esperti legali a cui oggi dedichiamo questa vittoria".