Giovedì 25 Aprile 2024

"Grazie, ma ora basta" Appello dei sindaci agli angeli del fango: siete troppi, non venite

Prefetto e Comuni del Ravennate ai volontari: non intralciare la Protezione civile "Gesto eroico il vostro, adesso però bisogna lasciare spazio ai professionisti".

La richiesta è arrivata, presentata con garbo, ma anche con una robusta dose di fermezza: cari angeli del fango, grazie mille del vostro entusiasmo e del vostro lavoro. Ma ora fermatevi e lasciate lavorare i professionisti. Se ne parlava già da giorni, ma alla fine venerdì sera ha rotto il ghiaccio il prefetto di Ravenna, Castrese de Rosa, in prima linea in questi giorni d’emergenza. I volontari in azione fra Forlì, Cesena e Ravenna sono centinaia e centinaia, forse migliaia, nessuno lo sa di preciso, perché non tutti si sono registrati. Sono talmente tanti che per la prefettura ravennate c’è il rischio di intralcio alle operazioni dei vigili del fuoco, degli uomini della Protezione civile e delle forze dell’ordine.

Così il prefetto di Ravenna ha posto la questione sul tavolo con la massima delicatezza, per non urtare l’animo dei giovani che il giorno dopo al disastro si sono presentati nelle zone colpite armati di badile, spingiacqua, secchi, secchielli e buona volontà: "Pur esprimendo il più sincero apprezzamento per il grande sentimento di solidarietà che sta animando tantissimi volontari ’angeli del fango‘ – ha dichiarato con savoir faire il prefetto De Rosa –, io e i sindaci della provincia di Ravenna rivolgiamo un accorato appello a non mettersi in movimento in questi giorni nei quali sono ancora all’opera moltissimi uomini e mezzi della Protezione civile, che potrebbero essere, seppure involontariamente, intralciati nel loro operato, con conseguente pregiudizio del buon esito delle attività in corso ed anche a tutela della loro incolumità e di quella degli altri". Poi la carezza finale: "Tutte le istituzioni del Ravennate – sottolinea il prefetto – esprimono il loro più sentito ringraziamento a chiunque si sta attivando per dare una mano, sottolineando che ci sarà tempo e modo per tutti di offrire il loro supporto nel momento e nelle modalità più opportuni". Come dire, ragazzi grazie, ma ora per favore basta.

E lo stesso appello è arrivato da Forlì, dal portale Volontarisos.it che coordina turni e lavori: "Questo weekend è previsto un numero molto elevato di volontari sul territorio, quindi se non trovi posti disponibili in un Comune tra quelli presenti nel nostro sito, non ci andare!", è l’incipit della mail arrivata a chi si era registrato sul portale. Come a dire, dopo la fase 1 dell’emergenza, dove ogni aiuto era benedetto, ora siamo alla fase 2, e ragazzi, è meglio lasciare il campo ai professionisti. Anche perché il lavoro dei volontari è stato pieno di passione, ma inevitabilmente disordinato, come un esercito che si forma alla mattina e va in battaglia al pomeriggio, senza un piano ben preciso. Coordinarsi fra di loro era difficile, se non impossibile, specie all’inizio, mancava un esperto che li seguisse. E così capitava che qualcuno spalava il fango mettendolo in un punto, poi arrivava un altro volontario e magari lo spostava dov’era prima... Inevitabile, ma attenzione, il lavoro dei volontari è stato immenso e fermarli dispiace un po’. Nei primi giorni sono arrivati dove nessuno si era ancora spinto perché le emergenze erano troppe. Ci sono stati quartieri e paesi messi in ginocchio dall’alluvione dove loro hanno spalato fango con la mota fino a metà gamba. Hanno consolato anziani che avevano perso tutto, portato sorrisi, allegria e viveri senza chiedere nulla, assolutamente nulla in cambio. E questo non andrà dimenticato.

Andrea Degidi