di Barbara Calderola
CERNUSCO SN (Milano)
Donne, giovani, tutte e due insegnanti. Entrambe vaccinate nei giorni scorsi con una dose di AstraZeneca. Entrambe ricoverate in gravi condizioni per una trombosi, una in rianimazione, l’altra in una struttura neurologica a elevata specializzazione. Due casi paralleli, uno nel Milanese e uno a Genova, riaccendono l’attenzione dell’Aifa sul siero anglo-svedese. Il tutto mentre il Regno Unito rende noto che ci sono state 7 morti per coaguli di sangue (su 18 milioni di vaccinazioni), in seguito a una vaccinazione con il siero di Oxford, e l’Olanda che ha sospeso le iniezioni con AstraZeneca fino al 7 aprile, per evitare di dover sprecare dosi dopo che venerdì era stato deciso di limitare temporaneamente la vaccinazione agli ultra sessantenni.
Tornando al caso milanese, due settimane fa a Cernusco sul Naviglio, 33mila abitanti nel salotto buono dell’hinterland, una delle insegnanti del plesso Don Milani, 38 anni, viene chiamata per l’iniezione. Tutto bene, finché cominciano i malesseri. I disturbi si fanno più pesanti e lei, una settimana dopo, si presenta al pronto soccorso. Viene trattenuta all’ospedale cittadino e poi la ricoverano in terapia intensiva. La situazione peggiora e scatta il trasferimento al polo neurologico del Mondino di Pavia. Lì si stanno occupando della sua trombosi venosa cerebrale. Di ieri sera la conferma che non è più in terapia intensiva. Nessun’altra notizia filtra però sulle sue condizioni.
A Genova, un’altra prof, stavolta di 32 anni, si sente male una decina di giorni dopo la somministrazione (avvenuta il 22 marzo) e arriva, già grave, al San Martino. L’Aifa sta indagando su entrambi i casi.