Martedì 16 Aprile 2024

Grandi opere, una questione meridionale. Nel Recovery plan pochi cantieri al Nord

Premiato il bacino elettorale grillino. Delle 17 infrastrutture commissariate, il governo ne colloca solo 5 nelle regioni settentrionali

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Sarà perché c’è un governo a trazione grillina (con bacino elettorale residuale concentrato al Sud). Sarà perché il premier Giuseppe Conte, devoto di Padre Pio, ha un occhio di riguardo per San Giovanni Rotondo, ma anche per il Gargano e il Foggiano, sua terra d’origine. Fatto sta che nel Dpcm di nomina dei commissari per sbloccare le grandi opere, è il Mezzogiorno a giocare la parte del leone. E a farne le spese è il Nord, che si deve accontentare della fetta meno consistente degli investimenti. Solo in Sicilia, per fare un esempio, sono previsti interventi per oltre 2,3 miliardi di euro. Ma Campania e Calabria non possono lamentarsi. Per non parlare, come accennato, di Foggia e della sua provincia, dove i commissari pullulano e che, guarda caso, è proprio la zona che ha dato i natali al presidente del Consiglio.

Quattro, in particolare, gli interventi previsti: la tangenziale ovest, la strada a scorrimento veloce del Gargano Vico-Mattinata, la Statale 89 San Giovanni Rotondo – Manfredonia e, in particolare, l’ammodernamento della statale 16, con un investimento di 130 milioni. Diciamolo, anche l’avvocato del popolo, prestato alla politica, ha appreso rapidamente i fondamentali della prassi clientelare delle opere pubbliche della Prima Repubblica.

Quando Amintore Fanfani indicava il percorso che doveva prendere l’autostrada del Sole in quel di Arezzo (la famosa "curva Fanfani") o il socialista Giacomo Mancini, ministro dei Lavori pubblici, la faceva passare per Cosenza. Per non parlare di Remo Gaspari, deus ex machina delle opere pubbliche in Abruzzo. La svolta ’meridionalista’ di Palazzo Chigi c’è stata l’altro giorno, a ventiquattr’ore dal voto di fiducia al Senato, quando il governo ha firmato il Dpcm per la nomina dei commissari che dovranno completare i lavori per 59 grandi opere strategiche per un valore complessivo che supera i 60 miliardi di euro.

L’elenco è lungo: 15 opere stradali, 16 interventi per le ferrovie, 12 sul fronte delle infrastrutture idriche, 3 cantieri nei porti e 12 per l’edilizia statale. Un solo intervento per il trasporto rapido di massa. Ma quello che più salta agli occhi è l’evidente distribuzione dei cantieri, una mappa concentrata più al Sud che al Nord. Scelta casuale? Volontà politica? Pochi dubbi: sono evidenti il segno e la mano del premier.

Basta scorrere, a esempio, la lista degli interventi sul versante delle infrastrutture ferroviarie e del trasporto di massa. Dei 17 cantieri commissariati, solo 5 riguardano il Nord, 8 sono destinati al Mezzogiorno e la restante parte al Centro, con Roma e il Lazio a intestarsi la parte più consistente. Fra le opere più significative, il potenziamento tecnologico e infrastrutturale della linea Salerno-Reggio Calabria, della Palermo-Trapani (via Milo). Riflettori puntati soprattutto sull’area fra la Basilicata e la Puglia. Si avvia finalmente a realizzazione la famosa linea ’ferrandina’ che dovrebbe portare i treni fino a Matera. E sarà potenziata la tratta Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, altro cantiere archiviato spetto nel triste elenco delle opere annunciate ma mai completate o decollate. Fra gli interventi anche il raddoppio della Pescara-Bari. E il Nord? Nell’elenco l’Alta Velocità fra Brescia, Verona e Padova, il potenziamento della linea fortezza-Verona e di quella Venezia-Trieste, il raddoppio della Genova-Ventimiglia e della Codogno-Cremona-Mantova. Nella Capitale, infine, via libera al completamento dell’anello ferroviario e alle opere della linea C della metropolitana.

Il copione non cambia neanche se ci spostano sul capitolo dell’edilizia statale. Dei 12 cantieri commissariati, il 50% è localizzato nel Sud. Solo due gli interventi destinati al Nord: la riorganizzazione e la funzionalizzazione di una serie di caserme e commissariati fra Milano e Torino. Oltre alla ristrutturazione di alcuni immobili pubblici. A Napoli è invece prevista la realizzazione della ’cittadella della sicurezza’, altra grande opera finita negli ultimi anni nel dimenticatoio della burocrazia. Vanno meglio, le cose, nel capitolo dei porti, soprattutto per Genova (dove è in programma la nuova diga foranea) e Livorno (con la Darsena Europa). A Palermo è previsto, invece, l’intervento per il rilancio del polo della cantieristica navale.