Gran Bretagna, BoJo lascia. Sunak parla già da premier

Dopo il governo lampo di Liz Truss, l’ex ministro annuncia la candidatura. Johnson rientra dalle vacanze per raccogliere consensi, ma poi si ritira

Rishi Sunak

Rishi Sunak

Londra, 24 ottobre 2022 - Oggi è il giorno che potrebbe vedere l’incoronazione di Rishi Sunak a nuovo premier britannico; nel caso, sarebbe la prima volta che il Paese avrebbe un primo ministro non bianco. L’ex titolare dell’Economia ha ufficializzato la discesa in campo alle primarie Tory per subentrare alla guida del partito conservatore e al governo del Regno Unito.

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L’ultimo ostacolo verso la poltrona di primo ministro poteva essere la candidatura alla leadership dei Tory dell’ex premier Boris Jonhson, ma nella tarda serata di ieri Bojo si è ritirato con un annuncio che non ha risparmiato frecciate polemiche. Johnson – tornato in fretta e furia da una vacanza ai Caraibi con la terza moglie Carrie (e i due ultimi figlioletti) per cercare di tornare al potere – ha rivendicato d’aver raccolto più dei 100 endorsement da parte di colleghi deputati conservatori richiesti questa volta dagli organismi del partito per essere ammessi alla gara alla scadenza fissata per oggi alle 14 locali ("102", ha detto); anche se la Bbc ne aveva contati finora 57 in forma pubblica.

In ogni modo ha ammesso di non potere tornare a guidare "efficacemente" l’esecutivo senza un sostegno più vasto e unitario del gruppo parlamentare di maggioranza. Il quorum di 100 manifestazioni di sostegno – se reali – gli avrebbero in effetti consentito di puntare al ballottaggio con Sunak di fronte alla base militante – nei pronostici a lui favorevole – degli iscritti. "Ma purtroppo in questi giorni sono giunto alla conclusione che non sarebbe stata la cosa giusta da fare", ha proseguito nel messaggio di rinuncia, evocando l’ostacolo delle divisioni interne. "Sarei stato ben piazzato", ha sentenziato BoJo, per guidare il partito a una nuova vittoriale elettorale alle prossime politiche – previste a fine 2024, salvo ipotesi di voto anticipato – malgrado i sondaggi attuali disastrosi per i Tories e il distacco quantificato al momento in oltre 30 punti rispetto all’opposizione laburista di Keir Starmer. Ma questo non è stato reso possibile da Sunak e dalla ministra Penny Mordaunt – i due pretendenti al dopo Truss entrati formalmente in lizza nel weekend – ai quali ha in qualche modo rinfacciato di essersi rifiutati di far fronte comune nei colloqui a tu per tu delle ultime ore.

A questo punto la partita appare decisa in favore del giovane ex cancelliere, marito facoltoso della miliardaria ereditiera indiana Akshata Murty, che in partenza può contare sull’endorsement di non meno di 150 deputati (sui 357 del gruppo Tory) pescati trasversalmente dall’ultradestra pro Brexit alle correnti più moderate. Mentre Mordaunt, prima dell’uscita di scena di Johnson, non ne disponeva che di una trentina, ben lontano da quota 100.