Giovedì 18 Aprile 2024

Governissimo, il no di Salvini a Berlusconi

Il leader di Forza Italia apre e spiazza gli alleati. Ma il leghista non cede: "La via maestra è il voto".

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di Elena G. Polidori

Era solo sabato. E Salvini, dal palco della manifestazione romana del centrodestra unito, a Piazza del Popolo, aveva giurato di "fidarsi ciecamente" di Silvio Berlusconi. L’alba di domenica ha regalato al leader della Lega, ma anche a Giorgia Meloni, un brusco risveglio. In un’intervista al Giornale, il Cavaliere non si è nascosto dietro la propaganda: le elezioni sono certo la soluzione preferita, ma è anche un’ipotesi difficile. Perciò, ha spiegato Berlusconi, "fra l’ipotesi di tenerci per altri due o tre anni il governo Conte, con i 5 Stelle come ‘azionisti di riferimento’ e quella di avere un governo diverso, più autorevole, più credibile in Europa e nel mondo, che faccia una politica adeguata per uscire dalla crisi, che sia più in sintonia con la maggioranza degli italiani, io dico che vale la pena almeno di pensarci".

"Noi siamo responsabili verso le istituzioni e verso gli italiani", ha puntualizzato Berlusconi, "lo saremmo verso qualunque esecutivo governasse il Paese in un’emergenza. L’emergenza è il momento della collaborazione, non delle polemiche. Sono lieto che il presidente Conte lo apprezzi". Insomma, quei sospetti che già nutrivano i leader di Lega e Fratelli d’Italia nei confronti del Cavaliere, di uno smarrimento di Forza Italia verso una linea più soft, più europeista, per esempio favorevole al Mes, si sono materializzati come d’incanto.

Salvini e Meloni, in particolare, guardano al prossimo autunno quando, con gli appuntamenti elettorali delle regionali alle spalle, Berlusconi potrebbe sentirsi con le mani libere. E così, se il governo entrasse in crisi, il Cavaliere potrebbe concordare una legge elettorale proporzionale e il sostegno, più o meno formale, a un nuovo esecutivo. In cambio, avrebbe la possibilità di partecipare alla scelta del prossimo capo dello Stato, scelta sulla quale Lega e Fd’I, stando così le cose, potrebbero essere tagliati fuori.

Rumors da Forza Italia raccontano poi che Berlusconi avrebbe incaricato Gianni Letta, da sempre grande tessitore di accordi, di raggiungere un’intesa con il Pd e financo con i grillini soprattutto per quanto riguarda i ‘numeri’ al Senato, ormai ampiamente sotto la soglia della maggioranza assoluta per il governo; la ‘stampella di Silvio’ insomma, potrebbe rivelarsi salvifica per la legislatura anche se c’è chi, come l’azzurra Mariastella Gelmini, puntualizza: "La nostra lealtà nei confronti della coalizione di centrodestra non è in discussione". E anche Salvini, ieri, ha cercato di sminare il campo dall’ipotesi ‘implosione’ autunnale del centrodestra. "No, i dibattiti surreali sulla legge elettorale, sul Mes e sui giochini non mi appassionano - ha commentato - e sono sicuro che il centrodestra sarà compatto". "La via maestra è il voto" ha poi ribadito, "non temo un’intesa FI-Pd-5S su legge elettorale e Mes".