Sabato 20 Aprile 2024

Godiamoci la riapertura Con cautela

Piero

Fachin

Dai, non esageriamo. Perché i dati erano quelli che erano anche prima che il Covid fosse. Gli studi di Federculture, ad esempio, raccontano che 7 italiani su dieci nel corso di un anno non vanno mai (mai!) al cinema, non visitano un sito archeologico, non vanno ad ammirare le collezioni custodite nei musei. E allora, visto che il Covid adesso c’è, possiamo evitare di stracciarci le vesti se la riapertura dei musei nelle zone gialle è sì consentita, ma soltanto nei giorni feriali, non il sabato e neppure la domenica. Sadismo, dicono. Può essere.

Ma un’apertura ridotta è molto meglio che niente, soprattutto quando tutto attorno a noi appare incerto, precario, perfino pericoloso. Non si registrano lamentele esagerate nemmeno dalle parti degli Uffizi di Firenze, rimasti chiusi – causa pandemia – per 77 giorni di fila, il periodo più lungo dalla fine della seconda guerra mondiale. Direte: ma è proprio il sabato e la domenica che si registra la maggiore affluenza. E avete ragione. Però esattamente per questo il sabato e la domenica è meglio, per ora, fare passo. Non è finita, il Coronavirus uccide ancora, abbiamo il dovere di limitare al minimo gli spostamenti e le attività senza però soffocare l’economia, anche quella generata dalla cultura. L’apertura parziale, insomma, non è la soluzione, è un compromesso, il tentativo di prendere tempo per fiaccare il virus sulla distanza. Il resto, verrà. Quando poi saremo tutti vaccinati e contenti, i musei spalancheranno le porte anche la domenica, scioperi permettendo. Probabilmente non ci andremo, ma sarà bello sapere che potremmo.