Gli Usa accusano: criminale di guerra Ecco perché l’Aja può processare lo zar

Le convenzioni di Ginevra e i protocolli approvati in seguito condannano l’uso di mine antiuomo e bombe a grappolo. La poplazione civile, le abitazioni, gli edifici scolastici e gli ospedali non possono mai essere l’obiettivo di azioni militari

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di Mario Arpino

Crimini di guerra.

È l’accusa che l’America rivolge alla Russia per la guerra in Ucraina. Il Segretario di Stato Antony Blinken ha annunciato che gli Usa stanno "documentando" possibili crimini di guerra commessi dalla Russia e hanno denunciato l’uso di armi proibite e gli attacchi ai civili. Già venerdì scorso la Corte Internazionale di Giustizia (Cig), principale organo giudiziario dell’Onu, aveva annunciato che il 7 e l’8 marzo avrebbe tenuto udienze pubbliche dedicate alle "richieste di indicazioni" presentate dall’Ucraina ai sensi della Convenzione sulla prevenzione e punizione del crimine.

LA DEFINIZIONE

Ma quali sono le azioni definibili come crimini di guerra? Prima di tentare una risposta, è bene ricordare che all’Aja ha sede anche la Corte penale internazionale (Cpi), – che ha aperto un’indagine sulla situazione in Ucraina – e il cui atto istitutivo, tuttavia, non è stato mai ratificato da Kiev e Mosca. A evitare confusione, va specificato come Cpi e Cig operino disgiuntamente e nei confronti di imputati di specie diversa: mentre la prima giudica gli Stati, la seconda giudica i singoli individui.

LE NORME

A prescindere da ciò, esistono da tempo norme scritte che disciplinano i conflitti armati. Quello in Ucraina va classificato come "conflitto armato internazionale", regolato dalle quattro Convenzioni di Ginevra dell’agosto 1949 e dal primo protocollo addizionale, adottato nel giugno 1977. Rilevano anche alcune regole di diritto consuetudinario, ispirate già dalla prima Convenzione dell‘Aja, da quella di Ottawa del 1997 che proibisce le mine antiuomo, dalla Convenzione di Oslo del 2008 sull’uso di bombe a grappolo, e altre proibizioni che riguardano napalm, bombe al fosforo, uranio impoverito, defoglianti. Va detto che alcuni Stati, pur avendo partecipato alla redazione dei trattati, non li hanno poi ratificati. Russia, Stati Uniti e anche Ucraina sono tra questi.

I REGOLAMENTI

Non tutto è regolamentato nei particolari, né, molto probabilmente, potrà mai esserlo. Tuttavia, nella condotta delle operazioni vi sono alcuni principi fondamentali che, qualora non applicati o applicati negligentemente, diventano origine di crimini di guerra. Più in dettaglio, oggetto di violenza bellica possono essere solo gli obiettivi militari, ovvero i combattenti, i loro mezzi e gli edifici usati per scopo militare. I combattenti, se catturati, hanno diritto allo status di prigionieri di guerra e non possono quindi essere maltrattati o esposti a ludibrio. La popolazione civile e i beni di carattere civile (abitazioni, edifici scolastici, ospedali) non possono essere oggetto di violenza bellica, mentre una particolare protezione va assicurata a monumenti e luoghi di culto. I combattenti civili, anche senza uniforme, vanno considerati come militari, purché "portino apertamente le armi". I volontari stranieri, se inquadrati nei reparti delle forze armate, non possono essere considerati "mercenari".

GLI OSTACOLI

Il peggior crimine di guerra è la guerra stessa, ma nessun tribunale speciale o ordinario è in grado di processarla senza entrare nel regno dell’utopia. La guerra urbana e la non universale ratifica delle convenzioni e dei trattati sono fattori che non agevolano il compito della giustizia, costretta spesso a disperdersi in mille casi particolari. Tutti da discutere, ma assai raramente da giustificare.