Gli Uffizi contro i turisti che sporcano. "Basta, tassiamo il cibo di strada"

Firenze, la provocazione del direttore Schmidt: troppi costi per ripulire dall’olio dei panini, paghino i locali "Chi vende alimenti senza dare la possibilità ai clienti di sedersi, deve contribuire a mantenere il decoro urbano

Turisti a Firenze

Turisti a Firenze

E se alla fine per combattere la guerra all’overtourism Firenze cominciasse col mettere una tassa sui troppi panini consumati sui gradini delle scalinate più belle, persino quelle degli Uffizi? La provocazione arriva da una voce eccellente, quella del direttore degli Uffizi Eike Schmidt, da un anno e mezzo in prima linea per ridisegnare una ripartenza virtuosa per le città d’arte. Merito del pragmatismo teutonico che scorre nel suo dna il direttore degli Uffizi pensa a un intervento dal basso. Perché alla fine il ketchup e l’olio spiaccicato sulla pietra serena del piazzale degli Uffizi sono la raffigurazione plastica e insieme molto, molto concreta dei danni che il turismo mordi e fuggi provoca sul patrimonio tanto bello quanto fragile delle città d’arte.

Direttore, primi turisti e vecchi malanni per la città. Firenze riparte dal turismo ’toccata e fuga’ un paio d’ore col naso per aria fra Duomo, Signoria e Uffizi e poi tutti giù per terra con un bel panino.

"E come potrebbe essere diversamente? Lo dico da un anno e mezzo. Servono cambiamenti importanti, ma la città continua ad offrire le stesse cose di prima. Dobbiamo creare dei percorsi diversificati. Sia dal punto di vista geografico (nelle periferie e fuori Firenze), che temporale (non solo d’estate anche in bassa stagione). Ma se alla fine quelli che aprono sono sempre gli stessi locali di fast food e street food quella che continua ad arrivare è sempre la stessa tipologia di turisti che si fermano una sola giornata e vogliono spendere poco. Da questo punto di vista siamo poco protetti".

Come arginare il fenomeno?

"Una città ben organizzata può rispondere meglio. Stiamo già lavorando al progetto degli Uffizi diffusi. Dobbiamo dare un respiro diverso all’offerta: mettendo insieme territori, cultura, paesaggio, turismo, economia. Pubblico e privato devono lavorare insieme".

Lei però una proposta immediata ce l’ha.

"C’è una cosa che credo si possa dire per tutte le città d’arte e quindi anche per Firenze: sarebbe giusto introdurre una tassazione aggiuntiva per i locali di street food, insomma queli che non offrono ai propri clienti spazio e tavolini ma li costringono a mangiare per strada".

Una specie di tassa del panino?

"Dico solo che la gente che mangia per strada causa dei costi alla collettività perché le strade poi vanno pulite dall’olio dei panini".

Operazione costosa?

"Certo. Noi lo vediamo agli Uffizi almeno due volte al giorno. Ecco perché credo che chi vende cibo senza offrire la possibilità di sedersi dovrebbe pagare una tassa in modo che la collettività possa poi utilizzarla per pulire la città".

Un’idea originale.

"Un po’ come il sovrapprezzo del tabacco che era nato perché la collettività era costretta a pagare per tanti pazienti che venivano poi ricoverati nei reparti oncologici. E poi la tassa sullo street food aiuterebbe molto a ripianare il dislivello economico fra chi offre solo un prodotto da ingoiare e chi invece offre un servizio completo".

Quindi lei è costretto a far pulire il piazzale degli Uffizi due volte al giorno?

"L’olio del panino e il ketchup non fanno bene alla pietra serena. Bisogna pulire subito altrimenti entra dentro e la macchia. Dobbiamo pulire in continuazione. Noi pensiamo al loggiato, il Comune pensa al piazzale e infatti quest’utimo è messo ancora peggio".