Gli sciacalli nella villa durante il funerale La moglie del campione: "Non hanno pietà"

Il furto ad Arezzo nel momento in cui tutta Italia era in lacrime. Portato via l’orologio a cui l’ex calciatore era affezionato

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di Salvatore Mannino

Sciacalli, ladri senza onore e senza pudore, ladri che non hanno avuto la vergogna di profanare la casa di Paolo Rossi, il più amato dagli italiani, nel giorno del funerale, anzi probabilmente mentre il funerale era ancora in corso. La notizia trapela in tarda serata da Cennina, lo splendido pezzo di campagna toscana che il campione aveva scelto per viverci, in Valdambra, un pezzo di Valdarno, in provincia di Arezzo, un angolo di paradiso, per come lo raccontano quelli che hanno avuto modo di frequentarlo quando c’era ancora Pablito. La conferma arriva a Qn direttamente dalla moglie, Federica Cappelletti, giornalista, in passato collega al nostro giornale: "Si, è vero. Ma scusate, non ho neppure la forza di parlare. Non bastava la morte di Paolo, non bastava lo stress di queste giornate massacranti, non bastava il dolore di tutti noi. Hanno voluto infangarlo anche nel giorno in cui tutta Italia lo piangeva".

I fatti. Allora. I ladri sciacalli sono entrati dentro la villa-agriturismo probabilmente da una finestra, che è stata ritrovata spaccata. Dentro hanno sfasciato tutto, cercando chissà cosa. Per ora, secondo quel poco che Federica è riuscita controllare in una serata frenetica, avrebbero portato via soltanto un orologio, un prezioso Rolex, più prezioso ancora perché era quello cui Pablito era affezionato. Un altro colpo alla sua memoria.

A tarda ora, in casa, insieme alla moglie, c’erano ancora i carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno e della stazione di Bucine, il comune nel quale si trova la tenuta di Cennina. Stavano effettuando i rilievi di polizia scientifica, le solite cose di ogni furto in abitazione, che purtroppo anche in un angolo tranquillo come la Valdambra sono ormai una triste abitudine: ricerca delle impronte, verifica di ogni indizio che gli sciacalli potrebbero esserci lasciati dietro per distrazione.

Non si sa, allo stato attuale nè quanti fossero né quando abbiano compiuto un blitz tanto sconvolgente, che li consegna all’indignazione di un’intera nazione. Del colpo si è accorto qualcuno, ancora difficile dire chi, nel tardo pomeriggio. Subito è partita la telefonata ai carabinieri e quasi in contemporanea quella a Federica.

Attimi di paura, attimi di smarrimento. Perché la moglie era a Perugia, dove aveva riaccompagnato la salma di Pablito in vista di un’altra cerimonia funebre che si svolgerà stamani nella città in cui Paolo giocò fra il 1979 e il 1980, conoscendo l’ingiusta onta della squalifica, e dove sarà poi cremato.

Federica, che di Perugia è originaria e che lì ha conosciuto Paolo alla presentazione di un libro diventato poi scintilla di un amore, si è subito precipitata a Cennina, dove è giunta in serata. Ha trovato tutto in un disordine indefinibile, l’ormai consueto caos che si lasciano alle spalle i topi d’abitazione, mai come in questo caso mascalzoni senza rispetto umano.

"Non mi importa di quello che hanno rubato – dice al telefono Federica disperata – potrebbero essersi portati via anche 100 mila euro e non me ne fregherebbe niente. Ma è il gesto che stordisce". È proprio vero che pietà l’è morta.