Giovedì 25 Aprile 2024

Gli agenti-ombra del Dragone "In Europa c’è una polizia parallela"

L’Olanda avrebbe individuato 54 stazioni in 21 Paesi: si tratta di uffici amministrativi solo di facciata. In Italia l’attenzione si concentra su Prato e su altre quattro città. L’obiettivo: intercettare i dissidenti

Nella Chinatown pratese la presunta stazione di polizia è una semplice stanza, dietro un portoncino anonimo, che si affaccia sulla strada. Apre e chiude a piacimento: non ci sono orari stabiliti. Quando è operativa, i cittadini cinesi che la gestiscono non forniscono informazioni agli italiani che le domandano: lo scoglio della lingua è sempre una buona scusa. Quell’ufficio torna ora al centro delle polemiche, insieme ad altre quattro realtà simili presenti a Roma, Milano e Firenze, dopo che il ministero degli Esteri olandese ha dichiarato ieri di stare indagando su notizie secondo cui la Cina avrebbe creato due stazioni di polizia illegali ad Amsterdam e Rotterdam, utilizzate per perseguitare i dissidenti. Si tratta di uffici molto simili ai quattro presenti in Italia, anche se qui da noi per ora il caso non è scoppiato e nei mesi scorsi le autorità hanno sottolineato che quelle non sono stazioni di polizia, ma solo uffici amministrativi in cui i tanti cinesi presenti in Italia possono svolgere pratiche amministrative direttamente con la madrepatria. L’indagine olandese ha preso le mosse dal rapporto ’Chinese Transnational Policing Gone Wild’ dell’Ong spagnola Safeguard Defenders, secondo cui gli uffici di pubblica sicurezza di due province cinesi - Fuzhou e Qingtian - hanno istituito 54 "stazioni di servizio di polizia d’oltremare" in 21 Paesi nei cinque continenti. La maggior parte di queste sarebbero in Europa, fra cui nove in Spagna e, appunto, quattro in Italia. I media olandesi avrebbero trovato prove che i "centri di servizio d’oltremare" vengono usati anche per cercare e mettere a tacere i dissidenti cinesi in Europa. I centri sarebbero stati creati per affrontare la criminalità transnazionale e svolgere compiti amministrativi, come il rinnovo delle patenti di guida cinesi. Ma secondo Safeguard Defenders svolgerebbero "operazioni di persuasione" volte a costringere coloro che sono sospettati di parlare contro il regime di Pechino a tornare a casa. Secondo il rapporto della Ong, tra aprile 2021 e luglio 2022, la polizia cinese avrebbe "persuaso" 230.000 persone, ricercate dalle autorità di Pechino, a tornare in Cina.

Sulla stazione di polizia di Prato era scoppiata la polemica circa due mesi fa. Nella città del tessile lo sportello si chiama ’Fuzhou Police Overseas Service Station’ e a gestirlo dalla fine di marzo è l’Associazione culturale della comunità cinese di Fujian in Italia, formata da civili. La questura di Prato, interpellata di nuovo ieri dopo le ultime novità, fa sapere "che al momento non ci sono indagini in corso" e che "non ci sono state evoluzioni in più rispetto a quanto emerso due mesi fa".

Sara Bessi